[11/01/2010] News toscana
FIRENZE. Prima della fine della legislatura la regione Toscana vuol portare in porto la legge sulla caccia a prescindere da quello che si sta muovendo a livello nazionale su questo fronte. Quindi continua il lavoro della Commissione agricoltura che ha esaminato nel corso di una lunga seduta i molti emendamenti presentati e nella prossima riunione del 20 gennaio conta di concludere l'iter dell'approvazione, per poi passare la parola all'aula del Consiglio regionale che, se non ci saranno intoppi, dovrebbe licenziare il testo nelle sedute del 26 e 27 di questo mese. «La riforma della legge sulla caccia - ha sottolineato il vice presidente della Commissione Virgilio Simonti (Pd) - rappresenta indubbiamente uno dei provvedimenti qualificanti della legislatura, atteso da tempo per rilanciare da un lato il modello toscano dell'attività venatoria, fatto di sostenibilità, tutela del territorio, conservazione e protezione degli habitat naturali, dall'altro per venire incontro alle legittime esigenze del mondo agricolo circa un efficace contrasto al dilagare di specie come cinghiali e ungulati in genere, numericamente esplosi negli anni e fonte di consistenti danni a coltivazioni e raccolti». Ma ad esprimere soddisfazione per il lavoro svolto, sono tutti i consiglieri Pd presenti in Commissione Agricoltura. «Il lavoro fatto - ha dichiarato Nicola Danti - ci consegna un provvedimento che garantisce uno sviluppo equilibrato dell'attività venatoria in Toscana e offre gli strumenti a province e Atc (Ambiti territoriali di caccia) per poter governare efficacemente il controllo della fauna selvatica finalizzato a tutelare la conservazione delle specie e il permanere dell'attività agricola». Mauro Ricci tiene ad evidenziare le differenze della legge toscana rispetto agli scenari oggetto di discussione in Parlamento: «Le modifiche che saranno apportate, sia alla legge sulla caccia che a quella del calendario venatorio rinnovano quel modello toscano di coesistenza pacifica tra attività venatoria, tutela dell'ambiente e fruibilità pubblica dei boschi e degli spazi rurali. Un modello certamente lontano anni luce dalla deregulation che le istanze leghiste vorrebbero imporre a livello nazionale con la conseguenza di ricostruire una contrapposizione tra ambientalisti, cacciatori, cittadini, di cui, francamente, non si sente proprio la necessità» ha concluso il consigliere Pd.