[12/01/2010] News
NAPOLI. Se i governi troveranno un accordo, occorrerà abbattere di almeno il 50% le emissioni globali di carbonio entro il 2050 se vorremo avere una concreta speranza di contenere il previsto aumento della temperatura media planetaria entro i 2 °C. Non sarà un'impresa facile. In alcuni settori la riduzione sembra al limite dell'impossibile. Tra questi il settore dei trasporti aerei e marittimi. Che sono in continua crescita e dove, in prima battuta, si vedono pochi margini di intervento. Che fare?
Chi vuole trovare una risposta a questa domanda può consultare il rapporto Greenhouse Gas Emissions from Aviation and Marine Transportation: Mitigation Potential and Policy redatto da David McCollum e Gregory Gould (University of California) con David Greene (OAK Ridge National Laboratory) e pubblicato di recente dal Pew Center on Global Climate Change.
Certo, questo settore è oggi responsabile del 3% delle emissioni globali di carbonio. Ripartite più o meno a metà, tra aerei e navi. Tuttavia è in forte espansione. In regime di business as usual la domanda di trasporto aereo crescerà al ritmo del 5,9% nei prossimi anni e nel 2050 le emissioni di carbonio nell'aerotrasporto aumenteranno del 300%. In pratica tra quarant'anni gli aerei potrebbero produrre da soli tra l'8 e il 10% della emissioni globali di carbonio. Anche la domanda di trasporto via mare cresce, al ritmo del 5,1% annuo. Si calcola, così, che in regime business as usual entro il 2050 le emissioni di carbonio nel settore potrebbero aumentare del 50%. Nel complesso il trasporto aeronavale nel 2050 potrebbe essere responsabile di oltre il 10% delle emissioni di carbonio. Non è poco. Occorre intervenire.
I tre esperti del Pew sostengono che non è possibile fare miracoli, ovvero ridurre le emissioni rispetto ai livelli attuali. Ma è possibile con opportuni interventi tecnici diminuire nel trasporto aereo di oltre il 50% le previste emissioni di carbonio, attraverso interventi a breve e a medio termine. A breve, è possibile contenere anche del 30% le emissioni razionalizzando il sistema, grazie anche a una forte informatizzazione. È poi possibile dare spazio a ingegneri e chimici per la messa a punto di motori, profili aerodinamici e materiali leggeri. E, infine, si deve pensare a sostituire gli attuali combustibili di origine fossile con nuovi combustibili a emissioni zero: biocarburanti e idrogeno. Il combinato disposto di questi interventi dovrebbe consentire una forte crescita del trasporto aereo senza una crescita altrettanto forte delle emissioni. Naturalmente è anche possibile immaginare soluzioni diverse, che prevedano una crescita più contenuta dei viaggi aerei.
Più difficile è intervenire sul trasporto navale. Non fosse altro perché è, in assoluto, quello che ha la minore intensità di carbonio: a parità di uomini e di merci trasportati consuma meno energia e produce, di conseguenza, meno emissioni di gas serra. Tuttavia, anche nel caso delle navi, è possibile intervenire in maniera incisiva con il combinato disposto di una maggiore razionalità del sistema, di motori e materiali più adatti, di diverse fonti energetiche. A proposito: i tre esperti americani consigliano di ricorrere all'aiuto del vecchio amico vento. Sarebbe un clamoroso ritorno della navigazione a vela, sia pure con vele molto diverse da quelle antiche.
C'è, tuttavia, un ulteriore passo da fare. Disciplinare i due settori, aereo e navale, con nuove regole, ecosostenibili, a livello globale. Allo stato dei fatti sembra il più difficile.