[23/07/2009] News

Wwf, Italia Nostra, Fai e Lipu in difesa del ministero dell'Ambiente

ROMA. Dopo Legambiente anche Wwf, Italia nostra, Fai e Lipu scendono in difesa del ministro Prestigiacomo che aveva denunciato il grave attentato alle competenze del ministero dell'Ambiente a seguito dell'emendamento introdotto nel provvedimento anticrisi, che renderebbe inattuabili le valutazioni ambientali, obbligatorie anche ai sensi delle normative comunitarie, in tema di produzione energetica e di rete elettrica. Come spiegano le associazioni ambientaliste si sta giocando una partita estremamente delicata per il dicastero nato nel 1986 «Non si tratta di difendere il ruolo del ministro, quanto di sottolineare come, se passasse questo emendamento, verrebbe svuotato il senso stesso del ministero dell'Ambiente che è certamente di indirizzo rispetto ai temi della conservazione e dello sviluppo sostenibile, ma altrettanto certamente di verifica e di controllo per quanto riguarda gli impatti ambientali e le incidenze delle attività produttive sui sistemi naturali e più in generale sull'ambiente. Non occorre essere dei tecnici per capire, al di là di ogni opinione che si possa avere sul tema- continuano le associazioni- quanto in questo campo sia di estrema delicatezza tutta la tematica nucleare che comporta, in caso di incidente, potenziali problemi di inquinamento che potrebbero durare numerosi decenni se non secoli».

Secondo le associazioni il governo continua a praticare un modello culturale dello sviluppo e della crescita economica decontestualizzato dalla situazione ambientale. In questo quadro il Ministero dell'Ambiente, oltre che per quanto di competenza il Ministero dei Beni culturali, in un Paese "fragile" come l'Italia deve garantire un ruolo di terzietà rispetto ai controlli che in realtà sono sentiti come un orpello.  «L'emendamento, dopo il termine irrealistico di 60 giorni, esautora le competenze di valutazione ambientale al ministero dell'Ambiente e le trasferisce ad un soggetto che in realtà è preposto all'esecuzione, di programmi e progetti e non già alla verifica e al controllo di questi. Si potrebbe sostenere - continuano le associazioni ambientaliste - che viene in qualche maniera esteso e aggravato il modello troppe volte sperimentato in Italia dei poteri straordinari di protezione civile che sono stati spesse volte attribuiti anche per la realizzazione di opere e interventi estranei allo stato emergenziale di protezione civile (passante di Mestre, depuratore di Milano, viabilità e traffico di Messina, festeggiamenti di padre Pio, coppa America di Trapani ecc.). Indubbiamente le eventuali competenze avrebbero non solo ricadute ambientali ma anche ricadute giuridiche e politiche a livello dell'Unione europea» concludono Wwf, Italia Nostra, Fai e Lipu.

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