[14/01/2010] News
ROMA. I precari dell'Ispra, sul tetto dell'Istituto per protesta da cinquantadue giorni, non chiedono nessuna stabilizzazione e non convocano adunate, ma sono solo interessati a continuare a servire lo Stato italiano, con ricerche e controlli ambientali essenziali per la salute pubblica.
E' quindi un dispiacere, proprio mentre è finalmente in corso una trattativa sul futuro lavorativo dei 430 ricercatori e tecnici allontanati nel corso del 2009 o in scadenza nel 2010, sentire il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ripetere che la vertenza riguarda solo 21 lavoratori, che per di più non avrebbero superato un concorso. I contratti scaduti sono invece 188 e per 42, che scadranno tra gennaio e marzo, c'è certezza di non rinnovo, per decisione della Struttura commissariale, mentre presso l'Ispra non si è ancora svolto nessun concorso per ricercatori.
La piattaforma dei lavoratori prevede la trasformazione dei contratti atipici in subordinati a tempo determinato, un piano triennale per la graduale immissione in ruolo dei precari e il rinnovo di tutti i contratti scaduti finora: su questi punti è in corso un dialogo, ma ancora non si è raggiunto un accordo, per questo i ricercatori hanno deciso di restare sul tetto, non certo per rendere la situazione "esplosiva" o rendere la discussione meno serena, come afferma il ministro.
A dimostrazione che la lotta dei precari è quella di tutti i cittadini italiani che hanno a cuore le sorti del mare e dell'ambiente, senza distinzioni tra destra e sinistra, oltre alla solidarietà di molti esponenti locali del centrodestra i precari hanno ricevuto oggi la visita di Fabio Granata, deputato del Popolo della libertà, vicepresidente della Commissione antimafie e capogruppo Pdl alla Commissione cultura della Camera.
I ricercatori dell'Ispra non sono degli agitatori, ma scienziati con anni di esperienza e centinaia di pubblicazioni alle spalle, molti dei quali conosciuti e stimati a livello internazionale: se hanno scelto una forma di protesta eclatante è stato solo perché indotti da sgomento e disperazione per aver visto tanti loro validi colleghi perdere il posto di lavoro e constatato di fatto il completo svilimento della ricerca ambientale pubblica, settore strategico di primaria importanza.
Il loro invito ai cittadini romani e a tutti i soggetti che in Italia si occupano di ricerca, ambiente e lavoro, non è quindi per un "adunanza" ma per un'assemblea pubblica che si terrà domani, 15 gennaio, alle ore 10.30, presso la sede Ispra di via Casalotti 300.