
[24/07/2009] News
LIVORNO. «Mi affido a Berlusconi, il quale mi ha assicurato che ci sarà un intervento correttivo» . Questa è la speranza del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo che si è vista con un articolo inserito in sede di Commissione e poi rimasto immodificato nel maxiemendamento fatto dal governo al decreto anticrisi, togliere le competenze in materia di autorizzazioni sulla realizzazione di reti elettriche e impianti di produzione di energia.
I maxiemendamento verrà votato oggi, con la fiducia, alla Camera e una volta approvato passerà al Senato, questo significa che oggi non ci potranno essere possibilità di modifiche.
Quindi le rassicurazioni che il premier ha dato al ministro riguardo a un intervento correttivo potranno valere semmai in sede di discussione al Senato. Lì potranno essere apportate modifiche, emendamenti e interventi correttivi, pena però che il testo così modificato debba tornare al Senato.
E a guardare i tempi quelle di Berlusconi appaiono più le promesse di Pinocchio che non una garanzia di riportare in seno al ministero dell'ambiente le competenze, che così come prevede l'articolo, verrebbero invece passate a Commissari nominati per giunta da altri ministeri.
Il voto del decreto anticrisi è infatti previsto in Senato a partire dal venerdì sino al sabato della prossima settimana, siamo quindi a fine luglio. Se venissero apportate modifiche si dovrebbero prevedere i tempi per un nuovo passaggio alla Camera, che non potrebbe essere fissato se non nella prima settimana di agosto: termine ultimo per evitare che il decreto decada.
Ma saremmo già in periodo di vacanza , dato che l'impegno per i lavori parlamentari era stato concordato non oltre la fine di luglio.
Quindi più che a Berlusconi il ministro Prestigiacomo dovrebbe affidarsi alla comprensione e magnanimità dei colleghi parlamentari, per vedere recuperate le proprie competenze e rimettere l'ipotesi paventata, anche se in realtà già smentita, di sue future dimissioni.
Stessa cosa vale per le popolazioni colpite dal terremoto abruzzese, cui era stato promesso che il termine per tornare a pagare le tasse, previsto nel decreto anticrisi sino a dicembre 2009, sarebbe stato prorogato.
Ma anche in questo caso nel maxiemendamento che verrà votato oggi alla camera non vi è traccia di modifiche dei termini e dovremo quindi aspettarci la riconsegna della fascia tricolore al presidente Napoletano, da parte del sindaco de L'Aquila Cialente, come ha annunciato in segno di protesta.
Modifiche che invece il ministro Tremonti, che sostiene che il maxiemendamento «è il testo sostanziale della commissione», ha apportato su tutta la materia che aveva fatto sollevare le banche, ovvero il tetto come onere massimo dovuto al risparmiatore in caso di massimo scoperto, l'obbligo delle banche di contenere l'aumento entro il 5% in caso di modifica del tasso di prestito e le date di valuta e di disponibilità per i beneficiari di bonifici e assegni: riportate dalla contemporaneità agli attuali quattro-cinque giorni.
Tutte modifiche sostanziali - come ce ne sono state altre - al testo approvato in Commissione, a dimostrazione che se la volontà ci fosse stata, sarebbe stato possibile modificare anche il resto, compresa la norma sullo scudo fiscale per l'emersione dei capitali illegittimamente esportati all'estero, che rispetto all'amnistia presentata in altri Paesi, garantisce la protezione assicurata all'evasore tramite l'anonimato.
Un condono in tutto e per tutto, senza neppure la possibilità di utilizzare informazioni utili per futuri accertamenti, che in un paese che depenalizza le frodi fiscali e vanta una evasione stimata in circa 200 miliardi di euro, la dice lunga su quali siano i veri interessi da sostenere.
E fra questi gli interessi per la salvaguardia dell'ambiente e dell'economia ecologica risultano, purtroppo, pervicacemente assenti.