[15/01/2010] News toscana
LIVORNO. Un impianto che rischia di distruggere i settori economici trainanti della zona, una conduttura per trasferimento del gas lunga, troppo lunga; scarse ricadute occupazionali; un'operazione che non avrà effetti positivi sulla filiera della chimica; ma soprattutto un intervento che interessa solo due soggetti: l'azienda costruttrice e quella a cui sarà affidata la gestione.
E' questa la fotografia del rigassificatore di Rosignano fatta da un gruppo di cittadini che sta lavorando per costituire un comitato contro il progetto di Edison. «Non esistono in Italia impianti simili con una conduttura così lunga che rischia di distruggere il nostro territorio - hanno spiegato gli attivisti». Il Comitato - che ancora non si è costituito ufficialmente ma che ha già preso forma - verrà presentato il 29 gennaio nel corso di un'assemblea pubblica in piazza del Mercato a Rosignano Solvay.
Intanto, per valutare le iniziative da mettere in atto per sostenere la delibera Regionale che ha bocciato il terminal gas a Rosignano Solvay (come indicato chiaramente anche nel piano energetico regionale dove si ammette la possibilità di un solo rigassificatore oltre al gasdotto Galsi), mercoledì, c'è stata una prima riunione. Tra i partecipanti all'incontro, anche i responsabili di Confcommercio, Confesercenti e Coldiretti. Sono state proprio i rappresentanti delle associazioni di categoria a mostrarsi molto preoccupati per le eventuali conseguenze negative dell'impianto sui settori trainanti del territorio, quali sono l'agricoltura e il turismo.
Critiche dure al progetto sono arrivate anche da Rifondazione e dai Comunisti italiani. Il segretario del circolo di Rifondazione Comunista di Rosignano, Federico Lenzi, è convinto che la popolazione non godrà di alcun beneficio dalla realizzazione dall'opera. Un giudizio che va in cotrotendenza rispetto alla visione dei sindacati che hanno valutato positivamente il progetto targato Edison.
«Questo genere di impianti non crea sviluppo ma solo un investimento sulla rendita - spiega Lenzi. Il rigassificatore genera un grande profitto per chi costruisce l'impianto e per chi lo gestisce». Secondo Rifondazione, a beneficio dei cinquanta posti di lavoro che si potrebbero creare, compresi gli operatori delle metaniere, «si perderebbe la possibilità di qualificare quel tratto di costa a livello turistico». Inoltre, sempre secondo Rifondazione, gli stabilimenti balneari già esistenti «sarebbero penalizzati dal calo di turisti e di conseguenza ci sarebbe una perdita occupazionale».
Al termine della riunione, il Comitato ha deciso di chiedere un incontro con il presidente uscente della Regione Claudio Martini (che ha già ricevuto i sindacati) e con il candidato della coalizione del centro sinistra alle prossime regionali Enrico Rossi. E' stata inoltre già programmata, prima dell'assemblea pubblica del 29, un'altra riunione nella quale gli attivisti contrari al rigassificatore torneranno ad incontrarsi.