[18/01/2010] News

Ogm, via libera alle linee guida regionali sulla coesistenza?

GROSSETO. Se tutto va secondo il cronoprogramma previsto, entro l'anno sarà a regime il sistema che regola la coesistenza tra le colture convenzionali, biologiche e geneticamente modificate, in base a quanto previsto dalle direttive comunitarie e sulla base del lavoro svolto dalla commissione tecnica interregionale per redarre le linee guida nazionali. In base a quanto scrive Italia Oggi sabato sorso, infatti, lo schema di linee guida per la normativa regionale sulla coesistenza avrebbe già ottenuto il via libera dalla Conferenza Stato regioni e potrebbe essere discusso alla prossima conferenza unificata e da lì , se approvato, essere inviato a Bruxelles per ottenere il benestare da parte della Commissione Ue.

Passaggio necessario per dare il via all'attività legislativa regionale, che deve completarsi entro i successivi 180 giorni. Le linee guida secondo la bozza messa a punto dal gruppo di lavoro tecnico interregionale, devono ispirarsi al principio di precauzione per salvaguardare le produzioni agro-alimentari convenzionali e biologiche da possibili commistioni con le coltivazioni Ogm.

Queste misure si distinguono in due livelli applicativi, ovvero quello aziendale e quello territoriale:
 le misure aziendali devono consentire la tracciabilità e la rintracciabilità del prodotto transgenico durante tutto il processo produttivo, mentre quelle territoriali devono indicare le aree e i casi particolari di esclusione, le misure da tenersi per le sperimentazioni, gli obblighi a carico delle aziende etc.

Secondo quanto riportato da Italia Oggi nello schema la tracciabilità della filiera verrebbe assicurata attraverso un sistema informatico nazionale mentre verrebbe affidato ad un piano di monitoraggio pubblico il controllo delle colture.

Le misure di precauzione a livello territoriale prevedono da parte delle regioni la valutazione della realtà agro-ambientale e la scelta delle condizioni aziendali e territoriali per le coltivazioni ogm.
Così come sarà sempre la regione a individuare le aree non idonee a questo tipo di coltivazioni, quali le aree protette, le aree dedicate alla produzio¬ne delle dop o igp, aree in cui si fa coltivazione biologica e integrata, aree dedicate alla conservazione della biodiversità agraria, così come stabilito nelle linee guida per la definizione di queste norme.

La regione dovrà inoltre farsi carico e adottare le misure precauzionali specifiche per le aziende che vogliano coltivare ogm che dovranno essere rispettate dalle aziende lungo tutto il processo di produzione e trasformazione del prodotto transgenico. In questo modo dovrebbe essere garantita la tracciabilità della coltura e del prodotto ogm lungo tutta la filiera produttiva.

Sarà prevista l'istituzione (sempre secondo quanto scrive il quotidiano vicino alla Cna) - come indicato anche nelle linee guida messe a punto dal comitato tecnico interregionale - di un fondo regionale da cui attingere per risarcire gli eventuali danni che potranno derivare dalla coesistenza delle coltivazioni ogm con le altre, danni che si dovrà comunque dimostrare che dipendono effettivamente dalla compresenza di colture ogm. Il fondo servirà anche a garantire la copertura delle spese necessarie alla'applicazione delle linee guida.

Per finanziarlo si prevede l'istituzione di specifiche tariffe che dovranno essere corrisposte da chi vorrà realizzare coltivazioni ogm, dalla registrazione delle autorizzazioni regionali per gli operatori, dal pagamento dei corsi per le abilitazioni, oltre che dalle eventuali sanzioni e dai costi per l'utilizzo dei siti sperimentali regionali.

Per valutare l'efficacia delle misure di coesistenza predisposte è prevista la realizzazione di un sistema di monitoraggio che secondo le linee guida dovrebbe individuare: la possibile contaminazione, del terreno, delle acque in fase di coltivazione e dei mangimi e degli alimenti dnella fase di trasformazione del prodotto. Inoltre gli effetti della coltivazione ogm sulla biodiversità e la possibile contaminazione dell'agrosistema.

Secondo lo schema predisposto, per effettuare i controlli, il monitoraggio e applicare le eventuali sanzioni sono previsti due strumenti: un piano operativo di analisi e campionamento del polline (principale vettore delle contaminazioni ) e un sistema informativo territoriale su scala regionale e nazionale.

Le sanzioni previste per il mancato rispetto delle prescrizioni del documento, vanno dai 15 mila euro se si impedisce il controllo in azienda o non si rispettano le precauzioni aziendali ai 60 mila euro in caso di coltivazioni in assenza di autorizzazione o nelle aree di esclusione.
L'ente territoriale ha inoltre affidato anche la gestione della sperimentazione sotto l'aspetto economico e logistico. Ovvero individua i siti in cui è possibile testare nuovi ogm e gestisce l'affitto di queste aree ai privati percependone gli oneri.

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