[20/01/2010] News
LIVORNO. Ieri è stato inaugurato formalmente l'anno internazione della biodiversità e per l'occasione la Commissione europea ha pubblicato il documento sulla possibile politica in materia. Nuovi obiettivi a lungo termine da realizzare entro il 2050 (quelli vecchi scadono, appunto a fine anno) e quattro opzioni per raggiungere l'obiettivo intermedio del 2020 che costituisce una tappa fondamentale verso il raggiungimento del traguardo di fondo. Perché, nonostante gli sforzi compiuti fin ora, le specie continuano a estinguersi a un ritmo sostenuto.
«Ci impegneremo ancora più a fondo per mutare di politica dopo il 2010 - ha dichiarato il commissario per l'ambiente Stavros Dimas -. Nel campo della biodiversità abbiamo bisogno di una nuova visione strategica e nuovi traguardi, che tengano conto della costante perdita di specie e che rispecchino l'importanza che attribuiamo a questo problema. Non possiamo permetterci di prendere alla leggera la lotta contro la perdita di biodiversità ed è fondamentale che le nostre politiche per gli anni a venire siano oltremodo ambiziose».
La biodiversità e i servizi ecosistemici che la natura ci offre devono essere preservati, valorizzati e, per quanto possibile, ripristinati per il loro valore intrinseco, a sostegno della prosperità economica e del benessere umano e per evitare i cambiamenti legati alla perdita di biodiversità.
Quindi quattro modi alternativi (distinti a seconda del livello di "ambizione perseguito") per tradurre nella pratica questa visione strategica entro il 2020: rallentare in misura significativa il ritmo al quale avviene la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici; arrestare la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici; arrestare la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici e ripristinarli nella misura del possibile; arrestare la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici, ripristinarli nella misura del possibile e aumentare il contributo dell'Ue alla prevenzione della perdita di biodiversità a livello mondiale.
La biodiversità del pianeta è gravemente minacciata - come risulta dalla percentuale di perdita delle specie - da 100 a 1000 volte più alta del normale. Oltre un terzo delle specie controllate sono in pericolo di estinzione e si stima che il 60% dei servizi ecosistemici abbiano subito un degrado negli ultimi 50 anni.
E all'origine di tale perdita c'è l'attività umana, con il cambiamento della destinazione d'uso dei terreni, lo sfruttamento eccessivo, pratiche non sostenibili, l'inquinamento e l'introduzione di specie invasive, che portano alla distruzione, alla frammentazione e al degrado degli habitat e delle specie. Così come il cambiamento climatico.
Le ripercussioni della perdita di biodiversità vanno da mutamenti molto circoscritti al collasso di interi ecosistemi e servizi, quali l'approvvigionamento di cibo e acqua e la regolazione del clima, che compromettono la nostra prosperità e benessere futuri. La biodiversità è di vitale importanza per il raggiungimento di altri obiettivi strategici, in particolare nel campo della sicurezza alimentare e del cambiamento climatico, ed è determinante per il sostentamento di svariati settori come l'agricoltura, la pesca e il turismo. Del resto la biodiversità e i servizi ecosistemici sono beni naturali che svolgono e svolgeranno anche negli anni avvenire un ruolo fondamentale nelle strategie economiche.
Dunque, per tutte queste ragioni l'Ue ( con il documento elaborato ) cerca di lanciare e favorire un dibattito tra gli Stati membri al fine di elaborare, prima della fine dell'anno, un quadro strategico in materia di biodiversità. Anche perché in autunno a Nagoya, in Giappone si terranno i negoziati internazionali sulla definizione di una strategia e obiettivi mondiali in materia di biodiversità.
Ma ancora prima, gli Stati membri, le istituzioni europee e altre parti in causa si confronteranno in un ampio dibattito che verrà lanciato in occasione della conferenza europea "Visione e traguardo post 2010 per la biodiversità", organizzata dalla Spagna a Madrid il 26 e 27 gennaio prossimi, e che proseguirà nell'intento di giungere a un accordo funzionale all'elaborazione della nuova strategia dell' Ue.