[20/01/2010] News toscana
FIRENZE. Inadempienze, scarse risorse economiche per la realizzazione delle infrastrutture, limiti del sistema normativo, scelte industriali, sono alla base dei ritardi per il completamento del sistema di fognature e depurazione nella nostra regione. A soffrirne ovviamente la qualità delle acque superficiali, ed ora considerato l'avvicinarsi di nuove scadenze comunitarie il cui mancato rispetto può portare a sanzioni, la Regione Toscana cerca di correre ai ripari stringendo le maglie della "rete".
«Garantire la rapida esecuzione degli interventi indifferibili ed urgenti necessari a prevenire situazioni di emergenza di tipo sanitario e di igiene pubblica, che deriverebbero dalla chiusura degli scarichi non conformi ai valori limite di emissione» ha dichiarato Rosanna Pugnalini presidente della commissione Territorio e ambiente che ha illustrato la proposta di legge 395 "Misure straordinarie in materia di scarichi nei corpi idrici superficiali".
«Un provvedimento necessario per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale, di natura straordinaria ed emergenziale da giustificare l'inserimento di disposizioni in deroga a norme regionali vigenti. Deroghe- ha continuato Pugnalini- comunque a carattere provvisorio individuate tra l'altro nelle modalità e tempi di controllo da parte della Giunta sui contenuti dei piani stralcio e nell'attribuzione alle Autorità di ambito della competenza ad approvare i progetti degli interventi».
Insieme alle deroghe è prevista anche l'attribuzione alla Giunta di poteri sostitutivi e quindi la nomina di commissari ad acta in caso di mancata approvazione nei tempi stabiliti dei nuovi atti di programmazione da parte delle Autorità e l'attribuzione di poteri di vigilanza sulla realizzazione degli interventi previsti.
Durante la discussione in commissione, da destra e da sinistra, è venuta una lettura diversa del quadro presentato, con scambi di accuse. Alcune motivazioni avanzate dalle autorità di ambito e dai gestori a motivare i ritardi, come la carenza di risorse economiche e l'impossibilità di "caricare" in tariffa gli investimenti per le infrastrutture come prevede la legge, sono effettive. Ma alcune inadempienze mettono in evidenza anche altro: a Firenze, ad esempio, il sistema depurativo in base ad un Direttiva europea del 1991, doveva essere completato alla fine del 2000. Ancora oggi 160mila abitanti scaricano direttamente i reflui nel fiume Arno per la mancanza di un collettore fognario all'impianto di depurazione.