
[22/01/2010] News toscana
GROSSETO. Oggi il governatore della toscana Claudio Martini e l'assessore alle infrastrutture Riccardo Conti saranno a Roma per firmare l'intesa con il governo per il piano delle infrastrutture che vale 9 miliardi e che riguarda l'Alta velocità ferroviaria, il corridoio autostradale tirrenico, il completamento della Grosseto Fano, la terza corsia dell'A11 tra Firenze e Montecatini e forse anche l'adeguamento della Firenze Siena.
«L'aggiornamento di quello firmato nel 2000 tra l'allora premier Massimo D'Alema con Vannino Chiti» lo definisce l'assessore Conti, e che ha portato finanziamenti pari a 15 miliardi di cui 8 già cantierabili. «Con Berlusconi - dice Conti in un'intervista a Repubblica- andiamo a ricapitolare impegni comuni già definiti tra regione e governo e ad aprire nuovi capitoli, come quello dei porti e dell'autopalio».
E su L'Unità fa presente che «Le opere vogliono dire lavoro. Negli ultimi anni abbiamo investito 15 miliardi di euro in infrastrutture. L'Irpet stima che hanno prodotto 15mila posti di lavoro all'anno. Per i prossimi 4 anni abbiamo previsto altri 15 miliardi di cui 7-8 per strade porti e ferrovie, tutti progetti cantierabili. Si stima che faranno nascere almeno 20mila posti in Toscana e 15mila fuori regione. Fra poco ad esempio partirà la bretella Prato -Signa».
Mentre non sarà nell'accordo la bretella Incisa- Barberino, perché spiega sempre l'assessore al Corriere fiorentino che gliene chiede spiegazioni «in tutti questi anni né noi né autostrade né governo l'hanno considerata una priorità».
Quindi il futuro della Toscana passa (ancora) per grandi opere infrastrutturali, soprattutto strade e autostrade e alta velocità. «Quando il progetto alta capacità sarà a posto- dice ancora Conti rispondendo a quanto gli fa presente il giornalista dell' Unità che i soldi vanno sull'Alta velocità più che ai pendolari - i toscani che andranno in treno saranno 500mila rispetto ai 160mila del passato e agli attuali 260mila».
Ci sarà tempo per tutto quindi, nello schema che ha in mente l'assessore Riccardo Conti per il futuro. Se ci saranno i soldi per tutto e le capacità e le risorse ambientali per poterlo sostenere è un altro argomento.
Sui soldi Conti pensa a mettere pedaggi telematici su strade dove attualmente non ci sono, come la Fi-Pi-Li e la Firenze Siena, sulle capacità ambientali invece non dice perché non gli viene chiesto.
Ci sono però anche scadenze che con le capacità ambientali hanno molto a che vedere e cui richiama sempre oggi su Repubblica, Guido Sacconi, ex parlamentare europeo e presidente della prima commissione istituita dal parlamento di Strasburgo sui cambiamenti climatici.
La scadenza è il 2013 quando diventerà vincolante per noi come per gli altri 26 paesi dell'Unione il pacchetto clima energia e quindi gli obiettivi 20-20-20 che dovranno essere declinati a livello degli stati membri e quindi delle regioni.
Obiettivi tra cui il raggiungimento del taglio delle emissioni di Co2 del 20% al 2020 che dovranno essere sì raggiunti con l'impegno da parte dei maggiori responsabili (produttori di energia elettrica, in primis) ma per cui il contributo del sistema dei trasporti è fondamentale.
Si tratta del sistema nazionale come di quello locale dei trasporti e l' Italia, come denunciava recentemente una ricerca di Legambiente è l'unico paese in Europa che finanzia strade e autostrade con risorse pubbliche che sono doppie rispetto a quelle previste per le ferrovie nazionali e regionali. E questo vale sia per i governi nazionali che dal 2001 ad oggi hanno finanziato per il 67% le infrastrutture stradali, sia da quelli regionali che lo hanno
fatto con fondi propri.
Intervenire con l'obiettivo dei tagli agli Co2 nel trasporto pubblico potrà avere un peso non irrilevante nella ripartizione (la cosiddetta bunder sharing) degli impegni nazionali su base regionale e avrebbe, oltre che per gli aspetti ambientali, anche il grande vantaggio di migliorare la qualità dei servizi e della vita dei pendolari, di aumentare il numero dei viaggiatori su mezzi pubblici, migliorare la qualità dell'aria delle città e diminuire le spese sanitarie conseguenti.
E non vi è dubbio che avrebbe anche una ricaduta sull'occupazione e sull'economia regionale, portando, chissà, anche nuovi stimoli in ricerca e innovazione e realizzando un pezzo di quella green economy, cui fa riferimento Sacconi, per cui auspicherebbe un ruolo da leader per la regione Toscana «nel gruppo di testa delle regioni d'Europa, caricandosi autonomamente la responsabilità di attuare quegli impegni» dice l'ex europarlamentare toscano alludendo a quelli previsti dal pacchetto clima energia.
Servono dieci anni per poterlo fare, il tempo che «durano le politiche vere» dice Sacconi, il tempo che ci separa dall'obiettivo del 2020 e quello esatto di due legislature regionali, potremo aggiungere. «Dieci anni durante i quali far girare, come a Londra, un grande volano diffusivo costituito dalla graduale messa in efficienza energetica del patrimonio edilizio pubblico. Nei quali riportare sotto controllo e guidare verso conclusione quel tortuoso processo di modernizzazione infrastrutturale che investe la Toscana da quando portavamo i calzoni corti. E che oggi sembra in caduta libera, affidato com'è alle quotidiane variazioni d'umore di questo o quel sindaco, certamente eletto dal popolo ma ben lontano dal preoccuparsi di assicurare un sistema di mobilità efficiente e sostenibile».
Dieci anni non sono molti ma se si impostano le politiche giuste possono essere sufficienti ad avviare un percorso corretto in cui prioritario non sia solo fare opere infrastrutturali ma scegliere quelle davvero funzionali e dare precedenza a quelle che possono- se non far arrivare ad essere la Toscana leader delle regioni europee nella green economy- nemmeno il fanalino di coda.