[22/01/2010] News toscana
FIRENZE. La provincia di Grosseto continua la sua azione di coordinamento e promozione dello sviluppo delle energie rinnovabili sul territorio. Dopo la firma del Protocollo d'intesa sottoscritto lo scorso dicembre dalla stessa provincia, comuni, Camera di commercio, associazioni di categoria e sindacati, protocollo che ricordiamo prevede la definizione di un accordo unico di pianificazione per adeguare gli strumenti urbanistici e accelerare le procedure di autorizzazione e rilascio di pareri con particolare riguardo agli impianti di dimensioni medio-grandi, è stata svolta la prima riunione del tavolo di coordinamento durante la quale è stata formalizzata l'adesione degli ordini e dei collegi professionali al Protocollo.
«L'adesione degli ordini e dei collegi professionali - ha dichiarato Marco Sabatini, vicepresidente della provincia - rappresenta un ulteriore passo in avanti verso la realizzazione degli obiettivi che ci siamo posti in campo energetico ed è la dimostrazione dell'interesse che sta riscuotendo questa iniziativa. Ci aspettiamo che il percorso intrapreso - ha continuato il vice presidente- abbia ricadute positive su tutto il territorio non solo in termini di produzione di energia ma anche di riqualificazione ambientale, ricerca, progettazione, trasferimento e produzione di nuove tecnologie, fino alla costituzione di una vera e propria filiera industriale legata alla produzione di energia da fonti rinnovabili, che favorisca l'impiego dei professionisti e di mano d'opera locale».
Gli ordini professionali che al momento hanno aderito sono quelli degli architetti, degli ingegneri, degli agronomi e dottori forestali, il collegio dei Periti agrari, dei Periti agrari laureati, dei Geometri. Hanno inoltre fatto richiesta di adesione i Periti industriali e l'ordine dei Geologi. Durante il prossimo appuntamento previsto per il 5 febbraio, i comuni presenteranno le proposte impiantistiche da realizzare nei rispettivi territori, dettagliando la tipologia, la localizzazione e i soggetti proponenti.
Questo sia per impianti che rientrano nei piani di miglioramento agricolo e hanno quindi un tetto massimo di produzione di energia di 1 MW, sia per impianti proposti da imprenditori non agricoli che riguardano le biomasse, l'eolico o il fotovoltaico, che non prevedono tetti di produzione e richiedono la variante urbanistica. Successivamente seguirà il tavolo tecnico congiunto che avrà il compito di effettuare una valutazione di compatibilità dei progetti rispetto agli strumenti urbanistici e di verificare la possibilità di varianti.
«I comuni - ha ripreso Sabatini - avranno la possibilità di proporre anche altre aree che considerano adatte a questa tipologia di interventi, privilegiando le zone dismesse, degradate o sottoposte a bonifica e i terreni agricoli di scarso valore che possono essere così recuperati e trovare una nuova funzione per la collettività» ha concluso il vicepresidente della provincia.