[25/01/2010] News
GROSSETO. La 40esima edizione del Forum economico mondiale (Wef), in programma dal 27 al 31 gennaio a Davos, in Svizzera, ha un titolo e un obiettivo ambiziosi: "Improve the state of the world: rethink, redesign, rebuild", ovvero migliorare lo stato del pianeta: ripensare, ridisegnare, ricostruire. E fare tesoro degli insegnamenti che si possono trarre dalla crisi economica e finanziaria per evitare che si ripeta. Come? «Dobbiamo ripensare i nostri valori», ha spiegato il fondatore del Wef, Klaus Schwab, che sul tema dei valori si interroga già da qualche anno.
«Occorre rivedere non solo l'agenda internazionale - ha sottolineato Schwab - ma anche le istituzioni e l'attuale sistema di cooperazione globale».
Dopo la crisi finanziaria del 2008, trasformatasi in una crisi economica nel 2009, il mondo è cambiato, dicono al Wef e il pericolo che vede Schwab ( ma non era così difficile) è che si arrivi ad una crisi sociale nel 2010, per effetto della disoccupazione e dell'indebitamento degli Stati.
E c'è adesso anche un'altra crisi a preoccupare il fondatore del Wef, ovvero la tragedia di Haiti e per questo è stata inserita all'ultimo momento una sessione speciale che avrà come ospite Bill Clinton, in veste di inviato dell'Onu. «Haiti sarà la priorità di tutte le discussioni» ha spiegato Klaus Schwab, e ha annunciato che con Clinton verrà lanciata «una grande iniziativa che coinvolgerà tutti gli uomini d'affari presenti a Davos nella ricostruzione del Paese. Noi come Forum - ha detto Schwab - possiamo avere un grosso impatto nell'incoraggiare la comunità del business a sostenere uno sforzo a lungo termine per Haiti».
L'altra costruzione citata nel titolo del Wef assieme al ripensare e al ridisegnare, riguarda più da vicino l'insieme dei valori, delle istituzioni e delle norme a livello globale non più sufficienti secondo Schwab ad affrontare gli attuali problemi planetari.
Il motto "business as usual" esce quindi di scena, almeno nelle intenzioni di Schwab, dal gotha dell'economia di Davos, perché con questo modello non si può garantire un futuro alla tenuta sociale del pianeta e nemmeno a quella ambientale. Due sessioni del forum saranno infatti dedicate anche al tema della biodiversità; e se è vero che questo è l'anno dedicato all'argomento da parte dell'Onu è pur vero che se un appuntamento economico di questo livello si interroga sulla modalità di preservare la varietà delle specie presenti sul pianeta, forse si è fatto un passo avanti, almeno tra gli organizzatori, sull'importanza di mantenere quel capitale naturale sul quale l'economia affonda le sue radici.
Tra i temi affrontati nel forum anche gli scenari e le conseguenze del mancato accordo sul clima a Copenhagen (e al clima sono dedicate 14 sessioni) nel cui fallimento «l'insufficiente sistema di cooperazione globale» come lo definisce Schwab, ha avuto- senza dubbio- un ruolo fondamentale.
Da domani sera a Davos si riuniranno quindi, per il 40esimo anniversario della World Economic Forum, 2500 leader da oltre 90 paesi del mondo in rappresentanza dei governi, del mondo imprenditoriale, della società civile e della cultura. E' prevista la presenza di oltre 30 capi di stato e di governo tra cui il presidente francese, Nicolas Sarkozy, che aprirà i lavori con un intervento mercoledì, e il presidente spagnolo e di turno Ue Jose Louis Zapatero, oltre 60 ministri. Ci sarà anche Lula per ricevere il primo premio allo "Statista mondiale" concesso dal Wef.
Per l'Italia sarà presente il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, la vice presidente del Senato
Emma Bonino, più una nutrita schiera di rappresentanti del mondo finanziario e imprenditoriale tra cui il presidente dell'Eni, Roberto Poli, il direttore generale dell'Istat, Enrico Giovannini, l'amministratore delegato di Unicredito, Alessandro Profumo, e quello di Intesa SanPaolo, Corrado Passera. Mentre tra le novità culturali di quest'anno è in programma una sessione dedicata al film, già cult, del regista James Cameron, Avatar.