[25/01/2010] News

Il futuro atomico di Finmeccanica non convince gli azionisti?

LIVORNO. Forse il reale credito che viene dato ai progetti nucleari italiani può essere letto anche attraverso i giudizi degli analisti stranieri chiamati a valutare realtà industriali che avranno un ruolo considerevole nella (eventuale, speriamo) corsa all'atomo.

Prendiamo per esempio il giudizio di Bank of America - Merrill Lynch su Finmeccanica: era e rimane neutrale, con la differenza che è stato abbassato, però, il prezzo obiettivo delle azioni di oltre un euro ( a 13,8 a 12,5) mentre gli analisti di Goldman Sachs hanno confermato l'indicazione di vendita delle azioni, sulla base di un prezzo obiettivo di 10 euro.

Il motivo immediato per cui gli esperti della banca d'affari statunitense hanno tagliato le stime sulla redditività delle azioni del gruppo italiano è legato al fatto che si prospetta in futuro un taglio alle spese della Difesa negli Stati Uniti, Regno Unito e Italia, che garantiscono il 60% dei ricavi del gruppo (e già questo la dice lunga sui proclami che spesso si fanno a favore di un certo tipo di made in Italy).

Perde terreno quindi Finmeccanica nonostante l'accordo siglato da due società del gruppo la Boeing e l' Otomelara, con l'Aeronautica militare italiana per una commessa pari a 34 miliardi di euro per la fornitura di armi e nonostante la notizia che Selex Sistemi Integrati, un'altra società del gruppo, fornirà il sistema di combattimento delle due unità stealth, denominate ''Falaj 2'', ordinate dalla Marina militare degli Emirati Arabi a Fincantieri.

Il settore delle società che fanno parte del gruppo Finmeccanica e che lavorano nel settore della difesa, nonostante le commesse e la chiusura in attivo nel 2009 non riescono quindi a far volare il gruppo in ambito finanziario ed evidentemente non costituiscono un supporto valido nemmeno le promesse di rientrare a pieno titolo nel settore della costruzione delle centrali nucleari con Ansaldo.

L'accordo che firmarono il premier francese Nicholas Sarkozy e quello italiano Silvio Berlusconi nel febbraio 2009 prevedeva un 50% del business nucleare alla Francia attraverso un accordo industriale tra Edf e Enel per la costruzione di quattro centrali del tipo Epr e il resto diviso tra le aziende italiane e la principale filiera tecnologica concorrente, ovvero l'Ap1000 dell'americana Westinghouse.

Quindi il business per Ansaldo-Finmeccanica dovrebbe essere garantito, ma evidentemente non lo è in maniera sufficiente a far salire le azioni, o forse ancora troppo lontano da diventare reale e da poter incidere sulle quotazioni finanziarie.

Così come purtroppo non incidono le poche commesse che riguardano la fornitura di treni, che è un altro dei settori su cui è impegnata Finmeccanica e che sarebbe auspicabile diventasse quello trainante l'intero gruppo. Ma questo è il mondo dei sogni, altra è la realtà.

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