[27/01/2010] News toscana
CARRARA. Il nostro circolo segue con grande attenzione i dati sulla qualità dell'aria pubblicati sul sito ARPAT, che risultano un supporto essenziale per svolgere in maniera seria e documentata un'azione di pungolo nei confronti dell'amministrazione comunale, sollecitandola ad adottare misure efficaci di riduzione del PM10.
Siamo a conoscenza ed apprezziamo l'impegno profuso dall'ARPAT già da alcuni anni e tuttora in corso per mettere in qualità le procedure analitiche ed amministrative. Segnaliamo tuttavia, per quanto riguarda i dati della qualità dell'aria, un limite tecnico che ha rilevanti ricadute pratiche: la notevole sottostima del PM10 fornita dagli attuali rilevatori a raggi beta (rispetto al metodo ufficiale gravimetrico EN 12341).
Tale limite è ben noto nell'ambito scientifico: già da anni il Ministero dell'Ambiente, per rendere confrontabili i valori delle città italiane, aumenta del 30% il PM10 ottenuto dai rilevatori a raggi beta.
Per quanto riguarda la peculiare situazione di Carrara -dove una parte preponderante del PM10 deriva dalle polveri di marmo e terre diffuse dal carico e dalla carrozzeria dei camion provenienti dalle cave (anziché dai gas di scarico degli autoveicoli, come avviene nelle altre aree urbane)- già nel gennaio 2008 le analisi gravimetriche dei periti dell'università di Genova (incaricati dal tribunale nella causa tra Comune di Carrara e Comitato SOS Carrara + Legambiente + UPPI + altri cittadini), avevano evidenziato che la centralina di rilevamento della qualità dell'aria di via Carriona (loc. Lugnola) sottostimava il PM10 del 25%.
Tale risultato è stato pienamente confermato dall'intercalibrazione effettuata nell'aprile 2009 (dalla Project Automation S.p.A., per conto dell'Amministrazione Provinciale), sulla centralina di via Carriona, come riportato nella risposta data dal dipartimento provinciale ARPAT di Massa Carrara al Comitato SOS Carrara, pubblicata sul sito web dell'ARPAT(3).
È evidente che tale sottostima ha ripercussioni sull'entità del rischio sanitario da esposizione al PM10 percepito dall'Amministrazione Comunale (peraltro dimostratasi già poco sensibile al problema) che, di conseguenza, avverte come meno pressante l'esigenza di adottare misure di abbattimento del PM10. Al contrario, l'entrata in vigore dal 1° gennaio 2010 dei limiti di legge ben più severi previsti dal D.M. 60/2002(4), imporrebbe un'intensificazione degli sforzi per migliorare la qualità dell'aria.
Si chiede pertanto all'ARPAT e alla Provincia di Massa Carrara, ciascuna per le sue competenze, di:
- ammodernare le centraline di rilevamento della qualità dell'aria con rilevatori gravimetrici del PM10, onde fornire risultati affidabili, conformi al metodo ufficiale prescritto dal D.M. 60/2002;
- nel frattempo, correggere i valori forniti dagli attuali rilevatori, basandosi sui risultati dell'intercalibrazione effettuata sulla centralina di via Carriona e pubblicare sul sito ARPAT i dati così corretti;
Con l'occasione, si segnala l'opportunità di dotare ogni centralina di una stazione meteo, per consentire -grazie a dati che rispecchino le effettive condizioni meteorologiche locali- l'elaborazione dei dati e una valutazione attendibile dell'influenza relativa dei fattori inquinanti e dei fattori meteorologici. Attualmente, infatti, tale valutazione è resa impossibile per la mancanza e/o inattendibilità dei dati rilevati dalle stazioni meteo esistenti, come argomentato nello studio "Carrara: marmo e polveri sottili (PM10) - Analisi statistica" che si allega per posta elettronica. In attesa di un gradito riscontro si porgono distinti saluti.
* presidente circolo Legambioente Carrara