[27/07/2009] News
LIVORNO. In Costa d'Avorio, un Paese dell'Africa occidentale che sta per andare alle elezioni che dovrebbero portarlo fuori da anni di divisione e guerra civile, una grossa impresa agro-industriale j ha comiciato ad abbattere la Forêt des marais de Tanoé, un vero e proprio forziere di biodiversità nel sud-est della Costa d'Avorio, per piantare palme da olio, ma deve fare i conti con le proteste degli ambientalisti e delle popolazioni locali che chiedono un pronto intervento per preservare questo patrimonio ambientale.
La protesta sta diventando internazionale con l'adesione di diverse Ong straniere che operano in Costa d'Avorio ed il governo di Yamoussoukro è bombardato di petizioni.
Inza Koné, coordinatore del programma "Recherche et actions pour la sauvegarde des primates de Côte d'Ivoire", una Ong che ha sede ad Abidjan, la capitale economica del Paese, ha spiegato all'agenzia Ips c che «Il progetto dell'impresa di trasformazione della palma da olio rischia di provocare la scomparsa di specie animali e di piante che non si trovano che nella Forêt des marais Tanoé. Le specie simbolo sono il colobo rosso di Miss Waldron (Piliocolobus badius waldronae, una specie a forte rischio di estinzione, ndr), il cercopiteco Diana (Cercopithecus diana roloway) il cercocebo dal collare (Cercocebus atys lunulatus), le tre specie di primati più minacciate di estinzione in Africa occidentale. Figurano sulla lista delle 25 specie di primate più minacciate al mondo. Inoltre, 179 specie di uccelli delle quali una sessantina è di interesse internazionale, e 279 specie di piante, delle quali 33 sono di interesse per la conservazione, vivono nella Forêt des marais de Tanoé. Siamo scioccati che un progetto di distruzione di questa foresta sia stato avviato senza nemmeno uno studio di impatto ambientale e sociale sia stato condotto mentre il Codice dell'ambiente in vigore in Costa d'Avorio è molto chiaro su questo punto».
Alla fine del 2007 una società ivoriana che produce olio dip alma ha chiesto di poter sfruttare 6.000 ettari di foresta, presentando un progetto del valore di 18 miliardi di franche Cfa, più o meno 39 milioni di dollari, promettendo di creare mille posti di lavoro agricoli e 300 nell'industria.
La promesse e I franchi non hanno però allettato ambientalisti e popolazioni locali che hanno immediatamente denunciato il fatto che dietro l'impresa nazionale in realtà ci sono investitori stranieri, in particolare della Malaysia.
A quanto pare la direzione per la protezione della natura del ministerro dell'ambiente della Costa d'Avorio, proprio nel 2007 e qualche mese prima della richiesta dell'impresa, aveva chiesto di istituire nella foresta una riserva naturale. Il governo si era quindii opposto in un primo tempo e la compagnia olearia si era rivolta direttamente al Conseil général d'Adiaké, il capoluogo del dipartimento, per trovare un accordo localmente.
Ma a quanto pare la strada non sembra scorrevole: «Non potremmo mai compensare le perdite causate dalla scomparsa di questa foresta ed i costi per far fronte ai danni provocati da questa scomparsa sarebbero mille volte più enormi che i benefici che questa potrebbe generare», dice Koné.
Dal canto suo Recherche et actions pour la sauvegarde des primates afferma di non volersi opporre certo al necessario sviluppo economico della Costa d'Avorio, ma che questo può avvenire salvando la natura; «In effetti, oltre alle specie animali, l'importanza di questa foresta è anche di ordine climatico per il fatto che costituisce l'ultima reliquia di foresta relativamente intatta nell'estremo sed-est della Costa d'Avorio. Per il fatto che questa foresta è una zona umida, essa gioca un doppio ruolo di assorbimento di carbonio e quindi un ruolo cruciale per evitare il riscaldamento climatico, così come la rarefazione delle piogge ed il calo del rendimento delle coltivazioni dei contadini».
La foresta contesa si estende su 12.000 ettari e comprende la vasta laguna di Ehy e il fiume Tanoé che fa da frontiera naturale col Ghana. Spingendosi fino a soli 70 chilometri da Abidjan, la forêt de Tanoé è moltyo appetibile, ma fino ad oggi è stata gelosamente custodita dalla sua popolazione di pescatori che ora temono che la deforestazione metta in pericolo i pesci e dai piccoli contadini che vedono come un grande pericolo l'arrivo dell'agro-industria. Per questo le comunità locali chiedono di poter gestire l'area per mantenere la piccola pesca e la foresta attraverso una Réserve naturelle volontarie che sarebbe la prima in Costa d'Avorio.
«Perdiamo economicamente, ma guadagniamo ecologicamente» è lo slogan più sentito nei marais de Tanoé.