[02/02/2010] News
ROMA. Legambiente annuncia che «Almeno per ora la sanatoria più generosa della storia d'Italia non si farà. Gli emendamenti Sarro e Nespoli (Pdl) al decreto Milleproroghe sono stati giudicati inammissibili dalla Commissione affari costituzionali perché "non omogenei alla materia del provvedimento"».
Il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, spiega che gli emendamenti sul condono edilizio e sul piano casa sono finiti nel tritatutto: «Sono stati giudicati inammissibili oltre 300 emendamenti su circa 650» presentati al Milleproroghe. Ma Vizzioni lascia aperta una porta sulle questioni piano casa e del condono edilizio che giudica particolarmente importanti: «I gruppi parlamentari dovranno affrontarle ma con altri provvedimenti».
Proprio per questo il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, sottolinea che «Occorre tenere alta la guardia e occhi ben aperti, perché è forte la possibilità che ricompaia sotto mentite spoglie all'interno di qualche altro atto legislativo. Il partito degli abusivi, ce lo dice l'esperienza degli ultimi decenni, è irriducibile e ci proverà di nuovo».
Anche il Pd commenta positivamente la cassazione degli emendamenti Sarro e Nespoli: per l'onorevole Ermete Realacci si tratta di «Uno stop alla tendenza inveterata in questa maggioranza di abbassare i livelli di legalità, di dare il via libera al cemento selvaggio, di favorire gli interessi speculatori e consentire nuovi scempi nelle città e nel territorio»
Secondo il senatore Roberto della Seta «Grazie all'opposizione del Pd e alle divisioni nella stessa maggioranza, la commissione Affari costituzionali del Senato ha respinto al mittente gli emendamenti che avrebbero aperto la strada a un nuovo, generalizzato condono edilizio, dopo gli ultimi due varati nel '94 e nel 2003 entrambi da governi Berlusconi. Questo tentativo, per ora scongiurato, di esporre il territorio italiano a un'ennesima ondata di cementificazione illegale conferma la tendenza di governo e maggioranza a sacrificare le ragioni della tutela ambientale e della sicurezza dei cittadini in nome di interessi speculativi, che nel caso dell'abusivismo edilizio sono spesso pericolosamente contigui agli affari delle mafie».