[02/02/2010] News
LIVORNO. Potrebbe aumentare il numero dei prodotti per i quali è possibile ottenere la certificazione di compatibilità ambientale europea (Ecolabel), perché l'Ue sta valutando la possibilità di estenderlo anche ad altre categorie di prodotti (alimentari e mangimi compresi anche quelli biologici). Così come potrebbe aumentare l'uso del marchio stesso, perché l'Ue sta cercando di promuovere l'efficacia e semplificare il funzionamento del sistema di assegnazione.
Sulla base dell'esperienza maturata, l'Ue ha modificato il precedente sistema (previsto dal regolamento del 2000) per l'assegnazione del marchio Ecolabel a partecipazione volontaria, che ha come scopo quello di promuovere prodotti con minore impatto sull'ambiente durante l'intero ciclo di vita e di offrire ai consumatori informazioni accurate, non ingannevoli e scientificamente fondate sull'impatto ambientale dei prodotti. Il nuovo regolamento, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea di sabato scorso, entrerà in vigore fra venti giorni e per ragioni di chiarezza e certezza del diritto sostituirà la precedente disciplina.
Il sistema del marchio Ecolabel Ue (quello che raffigura una margherita) si inserisce nella politica comunitaria relativa al consumo e alla produzione sostenibili, il cui obiettivo è ridurre gli impatti negativi del consumo e della produzione sull'ambiente, sulla salute, sul clima e sulle risorse naturali. Il sistema è inteso a promuovere, attraverso l'uso del marchio, i prodotti che presentano elevate prestazioni ambientali. A tal fine, i criteri ai quali i prodotti devono conformarsi per potersi dotare dell'Ecolabel sono basati sulle migliori prestazioni ambientali ottenute dai prodotti nel mercato comunitario. Tali criteri, però, dovrebbero essere semplici da capire e da applicare ed essere basati su dati scientifici che tengano conto degli sviluppi tecnologici più recenti. Dovrebbero essere orientati al mercato e limitarsi agli impatti ambientali significativi dei prodotti durante il loro intero ciclo di vita.
Ecco perché con la nuova disciplina la Comunità delinea le procedure di valutazione e di verifica (al fine di ridurre il vincolo amministrativo legato all'uso) e delinea le condizioni per l'utilizzo del marchio. Per garantire il rispetto di tali condizioni, da una parte chiede agli organismi competenti di svolgere verifiche e di vietare l'uso del marchio qualora le condizioni d'uso non siano rispettate. E dall'altra chiede agli Stati membri, non solo di scambiarsi informazioni e esperienze (al fine di garantire un'applicazione armonizzata del sistema), ma di stabilire un regime sanzionatorio applicabili in caso di violazione del regolamento.
Inoltre, al fine di promuovere l'uso del marchio e per incoraggiare gli operatori i cui prodotti rispondono ai criteri, l'Ue prevede la riduzione dei costi per il suo uso. E prevede anche che in sede di definizione dei propri piani d'azione nazionali sugli appalti pubblici "verdi", gli Stati membri tengano in considerazione le linee guida e considerino la possibilità di stabilire obiettivi per l'acquisto, nell'ambito degli acquisti pubblici, di prodotti ecocompatibili.
Al fine di agevolare la commercializzazione dei prodotti muniti di marchi ambientali a livello nazionale e comunitario, di contenere il carico di lavoro aggiuntivo per le aziende, in particolare le piccole e medie imprese e di evitare di confondere i consumatori, il legislatore europeo prevede di migliorare la coerenza e promuovere l'armonizzazione tra il sistema del marchio Ecolabel UE e i sistemi nazionali di qualità ecologica esistenti nella Comunità (come ad esempio quello della Germani, l'angelo blu).
Occorre, comunque, informare e sensibilizzare l'opinione pubblica in merito al marchio Ecolabel tramite azioni promozionali e campagne di informazione ed educazione, a livello locale, nazionale e comunitario, volte a far conoscere ai consumatori il significato del marchio Ecolabel e consentire loro di scegliere in modo consapevole. Ciò è necessario anche per rendere il sistema più interessante per i produttori e i venditori al dettaglio.