[02/02/2010] News toscana
LIVORNO. La centrale a biomasse prevista nell'area portuale approvata dalla Provincia, verrà alimentata con olio di colza di origine comunitaria (Bulgaria e Romania) e a cascata, se questo vegetale per qualche ragione venisse a mancare, con la jatropha e in ultima analisi con l'olio di palma. Lo hanno spiegato stamattina in conferenza stampa i dirigenti della Compagnia portuale. Niente filiera corta quindi per l'impianto da 52 megawatt elettrici e 16 termici di via Leonardo da Vinci che non rispetta le indicazioni del Pier. Nello strumento di indirizzo, infatti, la Regione Toscana sostiene che "sono opportune a fini energetici, solo l'utilizzo di risorse provenienti da un bacino di approvvigionamento strettamente connesso al luogo di utilizzo della biomassa". Per rispettare tale indicazione, il curatore del progetto Natalrigo Guidi ha garantito che verranno contattate le associazioni di categoria del settore agricolo per capire "le reali possibilità di coltivare le piante nel nostro territorio". E se non sarà possibile questo rifornimento (come sembra molto probabile dati i limiti di estensione dei terreni a disposizione nella nostra regione), il successivo passaggio sarà quello di ricorrere all'olio di colza di provenienza comunitaria. Ma anche in questo caso, se la quantità di combustibile non fosse sufficiente per far marciare a pieno regime l'impianto, non è escluso il ricorso all'olio di palma, la cui coltivazione intensiva ha dato luogo molto spesso a deforestazioni selvagge.
Il progetto presentato dalla Porto Energia (controllata per l'85% dalla Compagnia portuale) è già a buon punto. Dopo l'approvazione in Provincia nel dicembre scorso, in primavera sono previsti i primi interventi e entro il 2012 la centrale dovrebbe essere operativa. Per predisporre l'area e farla uscire dal Sin nel quale era inclusa, con una spesa di circa 1 milione e 600 mila euro, è stata avviata e conclusa la bonifica. In questi giorni, è attesa la risposta del ministero dell'Ambiente per l'ok al nuovo perimetro del Sin e poi potranno iniziare i primi lavori. A realizzare l'impianto sarà la società Inso (controllata del consorzio Etruria) e la fornitura delle turbine è affidata al colosso al Nuovo Pignone degli americani della General Electric. Il costo della centrale che è di 84 milioni di euro, viene sostenuto per il 20-25% della Porto Energia; la somma restante verrà invece reperita con la formula del "project financing". Sul fronte delle emissioni, i progettisti della Ambiente s.c. hanno garantito che le polveri e valori dei Nox «rimarranno al di sotto dei limiti previsti dalla legge". Una rassicurazione che non ha tranquillizzato Medicina democratica che ha minacciato un ricorso al Tar. Secondo gli attivisti, i punti critici del progetto sono due: da una parte il forte inquinamento che dovrebbe obbligare all'installazione di filtri; dall'altra l'iter per la procedura di approvazione che non avrebbe tenuto conto della valutazione di impatto ambientale. «La Via non è prevista per centrali al di sotto di 300 megawatt ma abbiamo seguito tutte le procedure con uno Studio di impatto ambientale - ha spiegato l'ingegner Luigi Bianchi di Ambiente s.c.. Per quanto riguarda le emissioni siamo molto al sotto dei limiti previsti per legge e sono previsti dei monitoraggi continui. Se sarà necessario installeremo i filtri».
Tornando al tipo di combustibile necessario per alimentare l'impianto, non è escluso l'uso dell'olio di palma. Un tipo di fornitura che è "vietata" dal Pier (strumento non vincolante) che non lascia margine a dubbi. «Il ricorso a biomasse ottenute attraverso processi di deforestazione od altri processi ambientali che determinano elevati quantitativi di energia grigia - si legge nel Pier - risulta in netto contrasto con gli obiettivi della Regione Toscana». Secondo il presidente della Compagnia Enzo Raugei, la provenienza degli oli sarà attentamente verificata attraverso l'affidamento della fornitura a società certificate. «Anche l'emissione di energia grigia sarà contenuta perché con soli 4 o 5 carichi all'anno saremo in grado di garantire il fabbisogno di combustibili dell'impianto - ha dichiarato Raugei. Non dobbiamo dimenticare che gli oli arriveranno direttamente in banchina eliminando il trasferimento su strada». L'energia prodotta sarà fornita in parte alle società del gruppo della Compagnia in parte a aziende che operano nell'area del porto.