[03/02/2010] News
GROSSETO. Dopo i fondi per gli istituti pubblici per la ricerca e in attesa di discutere il Programma nazionale della ricerca (Pnr) per il triennio 2010-201220, il ministro Mariastella Gelmini (Nella foto) va avanti e, con la firma avvenuta una settimana fa, vara il decreto che sblocca il fondo per le agevolazioni alla ricerca fatta dal sistema delle imprese. Un fondo del valore di più di un miliardo di euro, che comprende gli oltre 500 milioni di credito agevolato e quasi altrettanti in conto capitale e credito d'imposta cui potranno accedere le imprese seguendo tre percorsi delineati.
La scelta sarà infatti su progetti di ricerca industriale destinati all'innovazione di prodotto, di processo o dei servizi presentati dalle stesse aziende. Oppure su temi indicati dal Miur e concordati con altri istituti, cui le aziende potranno rispondere e infine una concessione automatica prevista però solo per le Pmi, per assumere ricercatori, concedere borse di studio, organizzare stage ecc. Niente di nuovo e niente di più da quanto già previsto: le risorse sono infatti quelle del Far (fondo agevolazioni alla ricerca) del 2009 e anche il decreto era pronto da un pezzo, ma finalmente diventano spendibili. E tutto fa, in periodi di vacche magre.
Altro dato positivo per la ricerca nel settore delle imprese arriva dalla vittoria dei 2000 ricorsi fatti nei confronti della scelta di concedere i crediti d'imposta previsti in finanziaria 2007 attraverso il sistema del click day: ovvero un sistema attraverso il quale avrebbe ottenuto il credito d'imposta chi prima riusciva a collegarsi -il giorno stabilito e solo quello- con il sito predisposto per l'invio della richiesta e del progetto per il quale venivano richiesti.
Un sistema che lo scorso mese di maggio aveva nei fatti escluso (non certo per motivi di merito) molte aziende dall'accesso al credito e per questo erano partiti i ricorsi. Per alcune di queste aziende (circa 800) sarà possibile acquisire sin da ora il diritto al credito d'imposta, per un altro gruppo si dovrà attendere. Resta il fatto che il governo dovrà decidere adesso come dare adito a quanto previsto nella finanziaria 2007 e trovare i fondi (circa 80 milioni a quanto riporta il sole24 ore) che corrispondono all'importo complessivo del bonus fiscale cui le aziende che hanno fatto ricorso avrebbero avuto il diritto.
Qualcosa si muove quindi, pur rimanendo il fatto che si tratta pur sempre di briciole. Così come è esiguo l'incremento delle risorse (ancora non certe) che dovrebbero andare a copertura del piano triennale della ricerca che il ministro Gelmini sperava di portare prima al Cipe e poi al tavolo del consiglio dei ministri entro la fine di gennaio. In attesa di superare il vero scoglio, ovvero il collega dell'Economia Giulio Tremonti, per capire quali sono le speranze di mettere assieme i 10 miliardi necessari per far salire di uno zero virgola rispetto al Pil i fondi destinati alla ricerca, il ministro del Miur sta facendo incontri a due, forse anche allo scopo di cercare alleati.
Il tavolo in corso in questi giorni è con il ministro dello Sviluppo Scajola, e i rappresentanti di Enea, Cnr, e istituto di fisica nucleare, dove è stato messo a tema un piano di azioni utili allo schema di rilancio del nucleare che faticosamente il governo sta cercando di mettere in atto.
E se le azioni necessarie al rilancio del nucleare dal punto di vista del settore imprenditoriale non può che essere di competenza del ministero ad esso delegato, la parte relativa alla formazione e ricerca dovrà essere giocoforza nella sfera di competenza del ministero governato dalla Gelmini.
Briciole, ancora una volta, ma che se destinate al nucleare verranno tolte ad altri settori (come le rinnovabili per rimanere nel campo energetico) che potrebbero mettere a frutto anche quelle per far crescere conoscenze, competenze e innovazione molto più consone ad una economia del futuro che non all'obsoleta scelta dell'energia atomica.