[03/02/2010] News toscana

Parco e cacciatori (con distinguo) condannano il raid vandalico al Sentiero elbano dei Profumi

MARCIANA MARINA (Livorno) . «Il Parco condanna  gli atti di vandalismo accaduti nei giorni scorsi  in Val di Cappone sul sentiero dei Profumi dell'Elba a Marciana Marina ed  esprime solidarietà a Legambiente e all'azienda dell'Acqua dell'Elba» Si apre così una nota dell'Ente parco nazionale dell'Arcipelago toscano sul raid vandalico che ha distrutto e sfregiato i cartelli che illustravano la flora e la fauna del Sentiero dei Profumi e Marciana Marina e divelto e fatto sparire i segnali del sentiero e i segnavia dello stesso Parco nazionale

Il Parco rivolge anche un appello ai cittadini elbani «Perché isolino e denuncino coloro che sono inclini a queste forme di protesta incivile e che produce solo l'impoverimento di un territorio da cui traggono per la maggior parte il loro sostentamento. Mentre altrove si fa a gara per abbellire la propria terra e migliorare l'immagine del posto d'origine, qui facciamo di tutto per allontanare e scoraggiare il turismo. Consigliamo altre forme di protesta e di pubblicità mediatica meno autolesionista».

La direttrice del parco Franca Zanichelli ricorda quando scrisse nell'ottobre 2009 in una lettera aperta intitolata "dell'Arte della Manutenzione dei sentieri": «In certi contesti il vandalismo trova alla fine un alveo ideale, soprattutto dove vi sono manufatti e insegne di significato educativo.

Buttar giù i cartelli, prendersela con le panchine e le bacheche, spesso è solo il linguaggio della noia, ma in luoghi strategici diventa la voce della contrapposizione che ha bisogno di amplificarsi attraverso la cassa di risonanza che dilaga nella lamentela collettiva. Sentieri sporchi, tabelle mancanti, gente che si perde, il Parco non è all'altezza del compito che deve svolgere.

Aizzare la protesta contro il disservizio pubblico favorisce il populismo senza coraggio..»

La denuncia di Legambiente ha colpito molto all'Elba, e probabilmente nel segno. Giorgio Frassinetti, presidente della Federcaccia di Marciana Marina e assessore di centrodestra del piccolo comune elbano dice: «Facciano i nomi, siamo pronti a denunciare i responsabili insieme a Legambiente. E se si tratta di cacciatori sia pur certa Legambiente che non gli sarà rinnovata loro la tessera: non è nel nostro interesse che tra di noi ci siano certe persone».

Ai cacciatori non è andato giù che Legambiente, pur dicendo che si tratta di un manipolo di fanatici che discreditano i cacciatori onesti, ha detto che si trattativa di «attempati teppisti col fucile» e Frassinetti dice: «Se Legambiente sa chi è stato a danneggiare il sentiero, siamo pronti a fare denuncia anche noi. Non ci fa certo piacere che nella categoria ci siano persone che si macchiano di questi atti e gettano discredito su tutti gli altri. Che sia chiaro, però, i nomi devono saltare fuori, si deve sapere di chi si tratta, perché non ci stiamo ad essere offesi e additati come responsabili. Sempre che di cacciatori si tratti. In ogni caso ciò che ci interessa è tutelare la nostra categoria che, come in altre, è fatta di tante persone troppo spesso aggredite o discriminate per la loro attività». Il presidente della Federcaccia marinese propone a Legambiente di fare una denuncia congiunta ai carabinieri «e se necessario anche un sopralluogo con Legambiente e il suo responsabile, Umberto Mazzantini, lungo il sentiero dove sono stati documentati i danni. I cacciatori di Marciana Marina ci sono stati alcuni giorni fa e la situazione non sembrava così drammatica come l'ha descritta Legambiente. E' vero, il sentiero non è ben messo. Ma la colpa, magari, è anche dei cinghiali che vivono in questa zona».

Legambiente risponde che «Le foto del raid vandalico sono inequivocabili, come inequivocabili sono i danni fatti a strutture di valorizzazione dell'ambiente. I cinghiali non estraggono cartelloni alti più di due metri da terra, non li gettano in un fosso distante 50 metri o in una scarpata di una pineta a 20 metri dal punto in cui un manufatto molto pesante è stato divelto. I cinghiali non strappano selettivamente i segnali, non distruggono i segnavia del parco, non ritagliano via i simboli di Legambiente e del parco con affilati coltelli dalla cartellonistica, non ci scrivono sopra Arcipelago Libero L'unica cosa che può collegare gli attempati teppisti di Val di Cappone ed i cinghiali è la dimensione del cervello, ma i suini selvatici ne hanno molto di più. Detto questo, le dichiarazioni del Presidente della Federcaccia di Marciana Marina ci sembrano importanti: per la prima volta i cacciatori elbani prendono le distanze da atti di questo tipo, è una cosa che Legambiente chiedeva da tempo. Noi siamo convinti che la stragrande maggioranza dei cacciatori elbani siano persone che non farebbero mai cose del genere, ma fino ad ora una minoranza di vandali e fanatici integralisti, come quelli beccati a danneggiare le trappole per i cinghiali del parco, ha distrutto ogni cosa, senza rispetto per nulla. La condanna arriva forse in ritardo ma fa onore a Federcaccia, come l'intenzione di espellere chi si macchia di simili scelleratezze. Legambiente ha già segnalato ai carabinieri il raid vandalico sul sentiero dei Profumi, presenteremo formale denuncia. Dopo siamo disposti a fare con i cacciatori tutte le iniziative necessarie. Noi non abbiamo nessun pregiudizio»     

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