[03/02/2010] News toscana

«Nessuna vergogna, legge votata all'unanimità»: Bramerini risponde a Dinelli sui fondi al Lamma

FIRENZE. Alla polemica aperta dal consigliere regionale Pdl Maurizio Dinelli, che ha sostenuto in un comunicato di ieri la sua indignazione per le spese che la regione Toscana affronterà per proseguire il percorso di riforma del consorzio Lamma e ha parlato di «un altro scandalo, che segue alla vergognosa ritirata sui tagli ai Consorzi di bonifica decisa nella precedente seduta consiliare», risponde oggi l'assessore regionale all'Ambiente, Anna Rita Bramerini.

Secondo Dinelli, gli emolumenti economici che la Regione intende attribuire al Lamma («111.066,67 euro, pari al 66,67% del fondo di dotazione», a cui si aggiungono, secondo il consigliere Pdl, «il contributo ordinario annuale della Regione Toscana che non può essere superiore all'importo di euro 1.500.000 (unmilionecinquecentomila), aggiornato annualmente secondo quanto previsto all'articolo 13, comma 3, della l.r. 39/2009» e i compensi destinati all'Ad, al collegio dei revisori dei conti e al comitato tecnico-scientifico) dovrebbero sollevare «un minimo di vergogna», e portare alla decisione di rimandare alla prossima legislatura quello che viene ritenuta una «deliberazione di poltrone a fine mandato».

Nella risposta resa oggi da Bramerini, l'assessore all'Ambiente si dice «sorpresa» della polemica aperta da Dinelli, perché «la legge che approvava la riforma del Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale è stata votata all'unanimità dal Consiglio Regionale lo scorso luglio (più precisamente il 14/07,mentre la pubblicazione sul Burt risale al 17 luglio, nda), quindi anche con il suo voto».

Nel merito, secondo Bramerini, «la riforma del Lamma, che è un organismo squisitamente tecnico, con i costi della politica non c'entra assolutamente nulla. Dunque nessuna vergogna per una riforma estremamente positiva, votata all'unanimità e quindi anche da chi oggi ci polemizza contro».

L'assessore ha anche sottolineato l'importanza del ruolo svolto dal Lamma, non certo solo riguardo ai (comunque fondamentali) aspetti legati all'analisi meteorologica da esso svolta, ma in riferimento ai suoi svariati campi di ricerca e analisi: «il consorzio - ha sostenuto - svolge attività importanti per la regione Toscana sia per quanto riguarda l'ambiente che le attività produttive. E questo non solo sulla meteorologia, che è l'aspetto più conosciuto, ma anche sulla geologia, l'uso del suolo e del territorio. Il Lamma redige inoltre studi sulle emissioni atmosferiche e sul rispetto del Protocollo di Kyoto. Infine, ma non meno importante, c'è l'aspetto occupazionale. Con la riforma del Lamma garantiamo il lavoro a circa quaranta giovani ricercatori altamente specializzati: meteorologi, fisici e altri tecnici, che senza il Lamma non potrebbero continuare l'attività di ricerca in questi campi».

Ed appare appunto questo, al di là dell'effettiva natura della riforma attuata con la legge 39/2009 e della polemica su quali siano le più giuste risorse economiche da attribuire al Lamma, l'aspetto più significativo della vicenda: creare posti di lavoro presso il Lamma significa investire soldi pubblici per favorire un'occupazione con alto contenuto di qualità, di conoscenza, e per coadiuvare il percorso di studio e ricerca che esso svolge in direzione di quella che possiamo sostanzialmente definire come vera e propria "scienza della sostenibilità", sotto vari punti di vista.

Si usano risorse (troppe? Poche? Non siamo noi a doverlo dire e non è questo il punto, in questa sede) per favorire cioè quell'occupazione, quel lavoro che (come ripetutamente affermato su queste pagine da Renato Cecchi) è da sperarsi diventi il vero modello occupazionale avanzato per la Toscana del futuro, sia prossimo sia remoto. E peraltro, essendo vero che buona parte dei ricercatori del Lamma sono giovani (molti sono trentenni o poco più) ed essendo vero che molti lavorano in condizioni di precarietà occupazionale, la scelta di sostenerlo adeguatamente va anche nella direzione di aiutare l'occupazione giovanile (ma un'occupazione di qualità e in direzione della scienza) e di contrastare il precariato.

Desta quindi sincero stupore  - anche se, come detto, questa è solo un'impressione - il sentire parlare di "creazione di poltrone".

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