[03/02/2010] News

L’Iran smentisce Berlusconi: l’Eni non si è ritirata e l’export verso l’Italia nel 2009 è aumentato del 27%

LIVORNO. Intervenendo oggi alla Knesset (il Parlamento israeliano) Silvio Berlusconi ha ottenuto grandi consensi dicendo che il controllo dei siti nucleari e sanzioni contro Teheran sono la «Buona strada»  per risolvere il dossier nucleare iraniano. Poi, spinto dall'entusiasmo si è spinto oltre: «Ogni compromesso con l'Iran è impossibile. La via che dobbiamo seguire è quella delle sanzioni efficaci, dei negoziati categorici e del controllo della componente militare alla quale può arrivare il programma nucleare». Prima Berlusconi aveva detto che la nuclearizzazione di un Paese che minaccia di annientare Israele e nega la Shoah è inammissibile».

Berlusconi ha fatto arrabbiare anche i palestinesi annunciando che l'Italia voterà contro il rapporto Goldstone dell'Onu che accusa gli israeliani di aver utilizzato armi proibite e metodi brutali contro i civili durante l'ultima invasione della Striscia di Gaza. Poi, come se nulla fosse, ha detto che esorterà il capo dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas di tornare al tavolo delle trattative. I palestinesi hanno risposto che il rapporto Onu su Gaza non si discute e che le dichiarazioni di Berlusconi sono molto gravi.

Ma le stilettate peggiori al nostro presidente del Consiglio vengono dagli iraniani che lo smentiscono su tutti i fronti su quanto aveva detto appena ieri e confermato oggi. Il direttore operativo della compagnia petrolifera statale National Iranian Oil Company (Nioc), Seifollah Jashnsaz, ha dichiarato all'agenzia di stampa ufficiale Irna, la voce del regime islamico, che «Le negoziazioni con Eni per lo sviluppo della terza fase del giacimento Darkhovin continuano. Eni non si è ritirata dal progetto. Eni sta attualmente lavorando alla seconda fase, del valore di un miliardo di dollari, che dovrà innalzare la produzione da 50.000 a 160.000 barili al giorno. Il gruppo petrolifero italiano ha iniziato a lavorare a Darkhovin nel  2001, quando firmò con Teheran un primo accordo da 550 milioni di dollari per la fase 1, avviata nel  2005».

Berlusconi aveva invece detto che in Iran l' Eni «ha un contratto da rispettare, salvo pagare una penale, ma ha già disdetto la possibilità che aveva di sviluppare la terza fase di un importante giacimento». Il vicepresidente del gruppo del Pd alla Camera, Alessandro Maran ha detto: «Berlusconi chiarisca le sue dichiarazioni: dopo le smentite da parte del direttore della compagnia Statale petrolifera iraniana, secondo il quale non è vero che l'Eni abbia rinunciato a trattative con l'Iran per nuovi investimenti, aspettiamo di capire come stanno davvero le cose: c'è o no il disimpegno dell'Eni nel paese di Ahmadinejad?».

Ma la smentita più pesante e dolorosa a Berlusconi viene oggi (non a caso) dal sito Zawaya.com, specializzato in notizie energetico-economiche, che dà i numeri degli affari tra Iran e Italia al tempo delle sanzioni Onu già avviate. Reza Tofighi Sheva, capo dell'ufficio per il marketing e gli affari interni della Trade Promotion Organization of Iran (Tpoi) ha detto alla News Agency che «Le esportazioni non petrolifere verso l'Italia sono aumentate del 27% nei  primi 9 mesi del corrente anno iraniano (iniziato 20 marzo 2009) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «L'Iran ha esportato in Italia prodotti non petroliferi per un valore di 343 milioni dollari nel corso di questo periodo. La cifra è pari ad oltre 270 milioni di dollari in più rispetto al corrispondente periodo dell'anno scorso». I prodotti non petroliferi iraniani più acquistati dall'Italia sono tessile, zafferano, melamina, acqua, pistacchi, tappeti e granito e l'Italia è stato l'ottavo partner commerciale in assoluto dell'Iran nei primi 9 mesi dell'anno iraniano.

Sheva ha sottolineato che «L'Italia è attualmente il più grande partner commerciale europeo dell'Iran. Nel 2008 il commercio dell'Italia con l'Iran è stato valutato in 7,3 miliardi di dollari rispetto ai 4,6 miliardi di dollari del 2007. Nel 2009 gli scambi bilaterali g hanno superato gli 8 miliardi di dollari, rendendo l'Italia il maggior partner commerciale dell'Iran nell'Unione Europea».

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