[04/02/2010] News

Made Expo: mettere risorse per riqualificare l'esistente in chiave energetica, ecologica e sociale

GROSSETO. Il convegno di apertura di Made expo 2010, terza edizione della manifestazione dedicata al mondo delle costruzioni e del progetto, che è stata inaugurata ieri e proseguirà fino a sabato 6 febbraio, è stato dedicato al futuro, del pianeta oltre a quello dell'edilizia. Made expo- si legge in un comunicato degli organizzatori - ha promosso questo evento per ribadire l'importanza delle imprese del settore per uno sviluppo economico a livello globale, capace di raccogliere la sfida dell'ecosostenibilità.

Il tema sul quale sono stati invitati a discutere i relatori, da Jeremy Rifkin a Carlo Petrini, da Stefano Boeri a Kathleen Kennedy Townsen, è, infatti, quello delle grandi sfide della crescita sostenibile delle città, ovvero quale può essere il ruolo (considerato centrale dagli organizzatori dell'evento) del settore costruzioni per generare nuovi modelli possibili di sviluppo sostenibile.

Tema non facile quello di conciliare la ripresa del comparto delle costruzioni con le sfide del consumo di suolo da una parte e della riqualificazione delle città, diventate fulcro di una crisi sociale ed ambientale, come le cronache quotidiane ci testimoniano.

Uno scenario che richiede l'esigenza, come è stato sottolineato dai contributi dei personaggi intervenuti, di un cambiamento del sistema economico, politico e industriale a scala planetaria per garantire un futuro possibile e anche vivibile.

Di terza rivoluzione industriale ha parlato Jeremy Rifkin, «che ci apre le porte verso una nuova era, che farà a meno dei combustibili fossili». Per il saggista di The foundation on economics trends «energia e alimentazione sono le risorse in via d'estinzione», e quindi per uscire dalla crisi economica ed energetica in atto è necessario ripensare al modo in cui queste risorse devono essere rivisitate.  Il modello secondo Rifkin sarà quello della microproduzione e dello scambio, infatti, secondo il suo schema «Ogni famiglia produrrà energia e la condividerà con il suo vicino, un po' proprio come si scambiano i file musicali su internet». 

Sul tema delle energie rinnovabili, anche Kathleen Kennedy Townsend, figlia del senatore R.Kennedy e presidente della fondazione dedicata al padre, ha sottolineato l'importanza anche economica di puntare sull'edilizia bio-sostenibile. «Chi abita in case sostenibili risparmia, consumando meno energia e acqua rispetto alle case "normali".- ha sottolineato- Inoltre le compagnie di assicurazione negli Usa offrono coperture e tassi scontati a chi acquista una casa bio. E i valori di rivendita sono molto più elevati». 

Quindi puntare sulla riqualificazione energetica e dei consumi in edilizia è sicuramente una strada. Ma finché la sostenibilità «resta il maquillage di tanti politici», per Carlo Petrini, presidente internazionale di Slow food, rimangono solo «belle balle».  E parole al vento potremmo aggiungere, quando in realtà le politiche più che alla manutenzione e al recupero dell'esistente sia in termini di qualità del costruito, che di volumi puntano invece a nuove costruzioni, nuovo consumo di suolo, nuove inurbazioni senza che siano tra l'altro dotate dei servizi minimi a supporto, a cominciare dai trasporti pubblici.

Secondo i dati pubblicati pochi giorni fa da Legambiente, per presentare l'avvio dell'osservatorio sul consumo di suolo assieme all'Inu (Istituto nazionale urbanistica), in Italia scompaiono 100 ettari al giorno per effetto della cementificazione, una superficie di territorio equivalente a 50 piazze del Duomo di Milano. E secondo Federico Oliva, presidente dell'Inu «l'occupazione di suolo libero deprime la qualità sociale, economica e ambientale delle nostre città e dei nostri territori».

Quindi «il contenimento dei consumi di suolo deve essere una delle priorità del governo del territorio» secondo il presidente dell'Inu, e la sfida che sembra emergere anche da Made expo è quindi quella di mettere risorse per riqualificare in chiave energetica, ecologica, e sociale l'esistente. Ma per farlo servono politiche mirate e orientate, il contrario di quanto sembra emergere sino ad ora.

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