[04/02/2010] News
LIVORNO Il lago Taihu, con i suoi 2.400 km2 di superficie, è il terzo lago di acqua dolce della Cina, ma è invaso dalle alghe che hanno proliferato a causa dell'inquinamento, un problema che è diventato un vero e proprio rompicapo per le autorità locali che ogni tanto (greenreport ne ha già parlato) annunciano campagne risolutive per il risanamento di questo importante specchio d'acqua, che di solito si rivelano palliativi o rovinosi insuccessi.
Ora ci provano direttamente gli abitanti delle province di Jiangsu e di Zhejiang e della municipalità di Shanghai, che hanno comprato 330.000 carpe argentate perché aiutino gli uomini a ripulire il lago da quel che ha provocato il loro poco giudizioso progresso. Alla campagna avviata il 19 gennaio partecipano 20 organizzazioni e l'iniziativa è sostenuta anche dai media locali, tanto che alla fine è arrivata anche sulle pagine dell'agenzia ufficiale cinese Xinhua.
Gli esemplari di giovani carpe argentate, che si nutrono di alghe, dovrebbero essere introdotti nel Taihu il 23 febbraio e il responsabile dell'Amministrazione della pesca del lago, Fan Xiao, spiega che «Costando 0,6 yuan (9 centesimi di dollaro), une carpa argentata dovrebbe mangiare circa 50 kg di alghe di qui a settembre, quando peserà da 1,5 a 2 kg. Il trattamento biologico delle alghe è stato provato come efficace».
Il lago Taihu ormai molti anni fa era noto per la purezza delle sue acque, ma la situazione ambientale e degenerata con l'avvio dell'industrializzazione maoista e poi è esplosa negli ultimi anni di crescita economica rapidissima.
Il governo aveva già avviato il progetto di ripulitura delle alghe verdi con l'utilizzo delle carpe argentate un anno fa, cercando di mettere riparo all'inquinamento endemico delle acque del 2007 che aveva duramente colpito le forniture di acqua potabile per 17 milioni di abitanti. La nuova campagna che è stata annunciata prevede finanziamenti attraverso fondi governativi e donazioni pubbliche; : da Pechino nel 2010 dovrebbero arrivare 12 milioni di yuans.
Ma quel che in Cina sembra una benedizione negli Usa rischia di diventare una piaga biblica. Il Washington Post lancia l'allarme: specie esotiche invasive come la carpa argentata e la carpa testa grossa hanno già causato danni ambientali valutabili in 120 miliardi dollari l'anno.
Il Mother Nature Network sottolinea che «Un esempio recente è l'invasione di carpe asiatiche nel fiume Mississippi e nella regione dei Grandi Laghi, che mette a rischio un settore della pesca della regione da 7 miliardi dollari all'anno, ed ha portato ad una disputa davanti alla Corte Suprema il Michigan e l'Illinois, ma quasi nessuna parte del Paese è al sicuro dall'infiltrazione delle specie aliene nei nostri confini»".
Il problema è diventato così pressante che è stato richiesto l'aiuto di un team di scienziati dell'università statunitense di Notre Dame che hanno scoperto che la carpa argentata ormai è il pesce predominante in gran parte del fiume Mississippi. Secondo il Washington Post «Il governo federale ha speso 22 milioni dollari in barriere elettriche nel Chicago Sanitary and Ship Canal per tenere fuori la carpa, ma evidentemente non è stato sufficiente. Ulteriori 33 milioni di dollari sono stanziati per gli sforzi del prossimo anno».
I 6 Stati Usa dei Grandi Laghi e la provincia canadese dell'Ontario hanno fatto fronte comune per convincere la Corte Suprema Usa a fermare i due principali impianti di allevamento delle carpe asiatiche, nella speranza di contrastare la loro diffusione in natura, ma l'Army Corps of Engineers ha detto che è ancora troppo presto per ricorrere a queste azioni drastiche.
Le carpe cinesi sono arrivate in America negli anni '70, importate dagli allevatori di pesce gatto del sud degli Usa, che le utilizzavano esattamente come fanno i cinesi nel lago Tahiu: per mantenere i bacini di allevamento liberi dalle alghe. Tutto a posto fino a che le carpe s non sono fuggite dagli impianti di acquacoltura in seguito a delle inondazioni ed hanno invaso i corsi d'acqua. Ora, secondo Sam Hamilton, direttore del Fish and Wildlife Service, «Le specie esotiche sono probabilmente la più grande minaccia nel nostro paese per la nostra fauna locale unica».
Chi dovrebbe trovare una soluzione litiga: L'Illinois sostiene che la chiusura degli allevamenti con le carpe potrebbe avere un effetto devastante sulla sua economia; il procuratore generale del Michigan, Mike Cox, ha citato in giudizio l'Army Corps of Engineer per la sua affermazione secondo la quale «Prevenire un trasferimento interbacino di carpe capo grosso e argentate dal fiume Illinois al lago Michigan è fondamentale per evitare disastro ecologico ed economico».
Secondo quanto dice al Mother Nature Network Phil Moy, uno specialista di pesca e specie invasive del Sea Grant Institute dell'università del Wisconsin, «Tuttavia, quel che si ottiene mantenendo basso il numero delle carpe è solo un cerotto su una ferita aperta. Dobbiamo fare in modo di andare verso una separazione ecologica o idrologica».