[04/02/2010] News toscana
LIVORNO. Venerdì verrà depositato al Tar il ricorso contro la centrale a biomasse della Porto Energia, controllata della Compagnia portuale. Gli attivisti del Comitato contro il rigassificatore di Olt, tornano a dar battaglia puntando sul tema della mancata partecipazione al progetto dell'impianto da 52 megawatt. A dare sostegno a questa tesi c'è Medicina Democratica che ricorda, sempre in merito alla partecipazione, che "nei casi di centrali elettriche superiori a 50 Mw (come i rigassificatori ed altri impianti ad alto impatto) devono essere sottoposti a "consultazione popolare" preventiva". Come nel caso del rigassificatore, il riferimento è al trattato europeo di Aarhus ratificato in Italia nel 2001. Ma al di là del ricorso, le critiche più dure all'impianto sono legate al tipo di rifornimento e all'emissione di energia grigia prodotta per il trasferimento dei combustibili.
«La centrale - spiegano da Medicina Democratica - si approvvigionerebbe di olio proveniente dal sud del mondo, anche se dopo le nostre polemiche la Porto Energia ha corretto il tiro indicando paesi come Romania e Bulgaria, ma confermando comunque anche l'approvvigionamento da Tanzania ed India. Peccato che la Regione Toscana nel Piano Energetico preveda un raggio di solo 70 km per l'approvvigionamento da biomasse ed escludendo esplicitamente la "filiera lunga" inquinante anche durante il trasporto, e specificamente l'importazione di olio di palma. A pagina 68 il Piano afferma che si tratta di "un esempio in netto contrasto con i principi sopra esposti è rappresentato dall'utilizzo a scopo energetico dell'olio di palma che risulta assolutamente incompatibile con gli obiettivi della Regione Toscana».
Da non trascurare, sempre secondo Medicina Democratica, le emissioni di polveri della centrale e le possibili conseguenze sulla qualità dell'aria. Un aspetto sul quale l'Arpat si è espressa chiaramente. «Sul piano dell'inquinamento locale - dicono da Medicina Democratica - l'Apat ha affermato durante l'istruttoria autorizzativa, che la nuova centrale sarebbe la prima per emissioni di polveri sottili (cancerogene) della Toscana, o se si vuol dar credito alle stime riviste dal proponente, la seconda dopo la mega-centrale ad olio combustibile di Piombino". Le emissioni di polveri sottili e di ossidi di azoto della centrale in questione sarebbero quindi equivalenti a quelle di una città di 55.000 abitanti. E nonostante le rassicurazioni fornite dalla Compagnia portuale che ha garantito un monitoraggio continuo e l'impegno, qualora ce ne fosse l'esigenza, a installazione dei filtri nei camini, gli attivisti hanno ribadito il loro pensiero: la centrale "è illegale e inquinante». «La zona di Livorno-Pisa - ricorda Md - è indicata nel "Piano di risanamento della qualità dell'aria" come area da bonificare (una delle quattro in Toscana), ed in cui abbattere l'inquinamento atmosferico, soprattutto di polveri sottili e ossidi di azoto».