[05/02/2010] News

Earth Jurisprudence: quando le leggi dell'uomo sono coerenti con quelle del pianeta

ROMA. Come abbiamo più volte scritto nelle pagine di questa rubrica la scienza della sostenibilità è costituita da un approccio fortemente interdisciplinare che si avvale di numerose conoscenze innovative, frutto anche di nuovi approcci e nuove visioni.

Nelle varie discipline che la formano (come, ad esempio, le più volte qui trattate scienze del sistema Terra, l'economia ecologica, l'ecologia industriale, la biologia della conservazione e l' ecologia del ripristino), non possiamo non accennare anche, nell'ambito delle scienze sociali, alle interessanti innovazioni nel campo della giurisprudenza, con ciò che viene oggi definito Earth  Jurisprudence  (vedasi, ad esempio, il sito del Center for the Earth Jurisprudence,  www.earthjuris.org, la cui missione è l'avanzamento di principi legali, di leggi e norme e di governance che riflettono una prospettiva centrata sul supporto del benessere di tutti i membri della comunità della Terra, ispirata soprattutto alla figura di Thomas Berry (1914-2009), un intellettuale ricco di interessi che ha proposto un nuovo modo di percepire le nostre relazioni con il mondo della natura) .

L'ultimo bellissimo "State of the World 2010" curato dal prestigioso Worldwatch Institute (la cui edizione italiana da me curata - come avviene per il 23° anno consecutivo - uscirà per le Edizioni Ambiente entro il prossimo marzo), tratta anche di questo argomento, con un interessantissimo breve saggio dell'esperto sudafricano Cornic Cullinan.

Cullinan ricorda che gli attuali ordinamenti giuridici non sono in grado di tutelare la comunità planetaria e i suoi ecosistemi, in parte perché riflettono una visione di fondo secondo cui l'uomo si distingue ed è superiore a tutti gli altri membri della comunità terrestre e il ruolo primario della Terra è di servire da fonte di "risorse naturali" per la specie umana. Ma una simile concezione è del tutto al di fuori della realtà, come è facilmente dimostrabile .

Da questo punto di vista è stata straordinaria l'opera ed il pensiero dell'ecologo Aldo Starker Leopold (1887 - 1948), una delle figure storiche della cultura ambientale statunitense e internazionale che scrisse molto sulla "Land Ethic", l'etica della Terra. In un suo famoso libro "A Sand County Almanac " pubblicato nel 1948 dalla Oxford University  Press scrisse : «La conservazione ambientale non sta approdando da nessuna parte perché è incompatibile con il nostro concetto braminico della terra. Sfruttiamo la terra perché la consideriamo come un bene di consumo che ci appartiene. Quando la considereremo come una comunità alla quale apparteniamo inizieremo a utilizzarla con amore e rispetto».

Gli esseri umani sono una delle molte specie che si sono coevolute all'interno di un sistema dal quale tutte (le specie) indistintamente, senza alcuna eccezione, dipendono. Alla lunga, nessun essere umano è in grado di prosperare in un ambiente degradato, così come nessun pesce è in grado di sopravvivere in acque inquinate.

Cullinan ricorda che le leggi coloniali non riconoscevano alcun diritto alle popolazioni indigene e favorivano il loro sfruttamento così come quello delle loro terre. Allo stesso modo, quasi tutti gli attuali ordinamenti giuridici non riconoscono quale soggetto suscettibile di diritti alcun abitante del pianeta che non sia l'uomo. La legge definisce il suolo, l'acqua, le altre specie e perfino il materiale genetico e le informazioni in esso contenute come un "bene di proprietà", rafforzando così l'idea che il rapporto con questi elementi sia basato su un principio di sfruttamento, che sia un rapporto tra proprietario (un soggetto giuridico con dei diritti) e bene posseduto (in termini legali, una "cosa" non suscettibile di diritti). Quasi tutti gli ordinamenti giuridici concedono agli esseri umani il diritto legale di sfruttare tutte le componenti della comunità planetaria, attraverso estrazioni minerarie, la pesca, l'abbattimento delle foreste o altre pratiche impattanti, con gli ovvi e prevedibili effetti catastrofici per l'integrità e la funzionalità delle comunità endemiche.

Cullinan ricorda che uno degli sviluppi più interessanti degli ultimi anni è dato dalla volontà di riformare codici e leggi sulla base di paradigmi votati alla sostenibilità. In varie parti del mondo l'esigenza di rinnovare i principi base dei nostri attuali ordinamenti giuridici si sta facendo strada. Le varie iniziative in tal senso prendono le mosse dalla comune convinzione che una delle cause primarie del degrado ambientale in atto risiede proprio nell'attuale orientamento dei sistemi legislativi, che sono strutturati in modo tale da perpetuare il dominio dell'uomo sulla natura, invece di incoraggiare un rapporto reciprocamente benefico tra gli esseri umani e gli altri membri della comunità vivente del pianeta. Da più parti si invoca l'adozione di un approccio che passa sotto il nome di Earth Jurisprudence e si fonda su un principio molto semplice: le nostre civiltà potranno continuare a esistere e prosperare solo se provvederanno ad autodisciplinarsi - e regolamentarsi - partendo dal presupposto che sono parte di una comunità più ampia, quella dell'intero pianeta, e lo faranno in un modo coerente con le leggi e i principi fondamentali che governano l'intero universo.

Perché questo nuovo approccio possa trovare applicazione è necessario guardare alla legge in una nuova ottica, considerando cioè le esigenze dell'intera comunità del pianeta e di tutti gli esseri viventi. È necessario quindi riequilibrare i reciproci diritti degli uni verso gli altri (come avviene tra gli esseri umani), così che diritti fondamentali come quello alla vita abbiano la precedenza su altri meno rilevanti (per esempio quello di condurre affari). Al momento, i diritti della specie umana, soprattutto quelli delle imprese, prevalgono automaticamente su quelli di tutte le altre specie.

Un apposito box nello State 2010 indica i principi dell'Earth Jurisprudence che riporto di seguito:

- determinare la legalità dei comportamenti umani in base al loro potenziale effetto sull'ambiente, ovvero considerando se essi contribuiscano a rafforzare o viceversa a indebolire le relazioni che intercorrono tra le componenti dell'ecosistema planetario;

- tutelare e conservare un equilibrio dinamico tra i diritti degli esseri umani e quelli degli altri membri della comunità terrestre (l'ecosistema globale), valutando di volta in volta quale sia l'opzione migliore per il bene della Terra nel suo insieme;

- promuovere una giustizia risarcitoria (votata a ripristinare e ricreare relazioni e legami ormai compromessi) piuttosto che punitiva (fondata solo su pene e sanzioni);

- riconoscere tutti i membri della comunità della Terra quali soggetti aventi pari personalità giuridica di fronte alla legge, con lo stesso diritto alla tutela da parte della legge e a un'effettiva riparazione per i danni subiti a causa di atti compiuti dall'uomo in violazione dei loro diritti fondamentali.

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