[05/02/2010] News
GROSSETO. Una rete elettrica inadeguata limita di circa il 30 % l'effettiva produzione eolica in Puglia, Campania, Basilicata e Sardegna, sottolineava proprio ieri Greenpeace nel presentare a Madrid il rapporto sulle energie rinnovabili.
«Eppure per l'Italia - indicava l'associazione ambientalista-ci sarebbe una grande possibilità industriale sulle rinnovabili, che il governo continua a boicottare, impegnato com'è nella direzione sbagliata: il ritorno al nucleare per favorire gli interessi di alcune lobby industriali».
Oggi il governo, o almeno il ministro Claudio Scajola sembra aver ascoltato queste parole e ha annunciato l'avvio di una serie di interventi per rendere meglio e più facilmente utilizzabile l'energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici nel Sud.
Tramite una convenzione firmata tra la Direzione generale per l'energia nucleare, le energie rinnovabili e l'efficienza energetica del ministero dello Sviluppo economico e l'Enel distribuzione, sono stati messi a disposizione 77 milioni di euro per l'attuazione di un programma triennale di interventi con l'obiettivo di rendere l'assetto della rete di distribuzione dell'energia elettrica in media tensione più favorevole all'inserimento e all'utilizzo di energia prodotta da impianti fotovoltaici di piccola taglia (ossia con una potenza installata compresa tra 100kW e 1MW) in alcune aree pilota in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia.
«Questo intervento- ha spiegato il ministro Claudio Scajola - punta a dare concretezza alla politica energetica del governo Berlusconi, che prevede al 2020 la produzione del 25% dell'energia elettrica da fonti rinnovabili».
Ma per attuare quel programma «non basta, infatti - ha aggiunto il ministro - che aumenti la produzione da tali fonti, ma serve che essa sia concretamente fruibile e funzionale all'intero sistema, cioè possa essere convogliata nella rete elettrica nazionale».
Quindi la parole d'ordine per le reti «flessibilità, economicità e affidabilità - ha detto Scajola - dovranno essere gli elementi chiave dello sviluppo del settore nel prossimo futuro».
Questo programma di investimenti sulle reti intelligenti,fanno sapere dal ministero dello Sviluppo, rappresenta un passaggio rilevante per l'attuazione del Programma operativo interregionale (Poi) sull'energia che, in linea con gli obiettivi e le misure individuate dalla Strategia di Lisbona per il rilancio della competitività europea, costituisce lo strumento attraverso il quale si sta dando attuazione al Quadro strategico nazionale 2007-2013 in materia di energia elettrica.
Il Poi Energia coinvolge diversi soggetti istituzionali (ministero dello Sviluppo Economico e quello dell'Ambiente) e le regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; tra i suoi principali obiettivi i sono l'aumento della quota di energia da fonti rinnovabili e il miglioramento dell'efficienza energetica, come occasione anche di promuovere lo sviluppo locale.
Al Poi Energia sono assegnate risorse provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e dal Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas), oltre a risorse nazionali e come organismo intermedio di attuazione del Piano è stato individuata la Direzione generale per l'energia nucleare, le energie rinnovabili e l'efficienza energetica del ministero dello Sviluppo.