[05/02/2010] News toscana
FIRENZE. «Ritengo che la "Toscana delle toscane" sia una realtà ormai alle nostre spalle: ora è il momento di pensare ad una vera "rete delle città toscane", perché non si può fare innovazione senza unificazione, senza cioè, ad esempio, una vera "cabina di regia" per la logistica». Parole, queste, tratte dall'intervento che l'assessore regionale alle Infrastrutture Riccardo Conti ha reso stamani al seminario "La mobilità e la logistica per lo sviluppo della Toscana", tenutosi a Firenze, e in cui è stato presentata e discussa l'intesa Stato-Regione del 22 gennaio scorso, con la quale è stato aggiornato il quadro delle opere strategiche di trasporto di interesse condiviso regionale e nazionale.
Secondo l'assessore regionale, «occorre capire che le infrastrutture non fanno, di per sé, lo sviluppo, perché se ad esse non si aggiunge un forte ruolo svolto, ad esempio, dall'impresa (cioè dal lavoro) e dalla società, non servono a molto». Anzi, «se per certi versi il deficit infrastrutturale della Toscana è sicuramente un problema, per altri versi è anche un alibi, usato da molti per nascondere altri tipi di inefficienze». Ma, comunque, «se non sono l'unico driver di sviluppo, è però vero che le infrastrutture ne sono comunque un ingrediente, cioè se metto in opera l'alta capacità ferroviaria e la piattaforma logistica della costa, ma non le collego adeguatamente, il loro valore si perde: la "scintilla", però, avviene se ci sono l'impresa, il lavoro, la società e la logistica creativa».
Per Conti, «logistica creativa significa la scuola Sant'Anna, significa un porto completamente informatizzato, mentre non significa certo riempire di capannoni le adiacenze della Fi-Pi-Li. E dobbiamo anche pensare che, se gli investimenti in infrastrutture comunemente intese sono ingenti (ai 7 miliardi finora spesi negli ultimi 8 anni si sommeranno, secondo le stime presentate oggi, investimenti per altri 7 miliardi nel prossimo triennio «in gran parte imperniati sul ferro, ma non solo», nda), altrettante risorse sono e saranno investite in altri settori», che secondo Conti rappresentano in un certo senso una parte del capitolo-infrastrutture: «penso - ha infatti sostenuto - che "fare infrastrutture" comprenda il fare le casse di espansione per i fiumi, comprenda il mettere a posto il sistema di governance, comprenda la stessa cabina di regia».
Va detto che, al di là delle questioni legate alle infrastrutture di trasporto fisico previste, ancora troppo poco spazio è dedicato, nel dibattito, alla creazione di infrastrutture immateriali (o meglio fisiche per il trasporto immateriale) come la banda larga e la riduzione del digital divide, fondamentali invece anche sul fronte della competitività del sistema imprenditoriale toscano.
Certo, un progresso in questo senso c'è stato (lo testimoniano alcuni passaggi delle dichiarazioni di Conti sopra riportate), e l'argomento di oggi erano le infrastrutture fisiche propriamente intese: ma già il fatto che al ‘trasporto di comunicazione' e al collegamento immateriale si dedichino solo sprazzi del discorso, e anche il fatto che l'accordo Stato-Regione sia incentrato solo sulle infrastrutture fisiche mentre altri accordi (da esso separati) occorreranno per i finanziamenti relativi alla rete, fa capire che i due ambiti sono affrontati in maniera separata, cioè non organica.
Non è invece mancata un'attenzione alle questioni energetiche: «non si possono far passare altri 5 anni a discutere se le pale eoliche siano belle o brutte, e penso anche che non abbia senso discutere indefinitamente se sia più giusto tutelare (come è stato fatto) il mantenimento degli uliveti nelle aree rurali o puntare ad installarvi impianti fotovoltaici: questa è una discussione da cui, se così la si affronta, non si riesce ad uscire, perché sono questioni in cui nessuno ha ragione e nessuno ha torto, alla fine: per questo, nel piano paesaggistico di prossima approvazione (attualmente il piano è in "adozione" fin da giugno scorso, ma non è ancora stato "approvato" definitivamente in consiglio regionale, nda) saranno liberalizzati i piccoli interventi per gli impianti a rinnovabili, e tutti gli altri saranno comunque disciplinati. Questo è ciò che intendo per "attrazione", per "creazione di opportunità" anche per la collaborazione tra Pubblico e privato: e in questo senso ciò comprenderà anche un'azione decisa per la messa in opera del fotovoltaico sui capannoni industriali sparsi per la regione».
Riguardo all'energia, è condivisibile l'intenzione (sperando che poi essa diventi "azione") di agire per il fotovoltaico "buono", cioè per quello da installare sui capannoni industriali: esso offre infatti la possibilità di mettere in opera numeri di grande spessore in termini di fornitura energetica, ma senza consumare un cm quadrato di suolo aggiuntivo. Inoltre, a questo proposito, non va dimenticata la prevista ridiscussione degli incentivi per il fotovoltaico all'interno del prossimo conto-energia, che aprirà anche delle occasioni di sostegno regionale a buone pratiche come per esempio l'agevolazione di progetti che prevedano l'installazione di impianti solari dopo la rimozione e bonifica dell'amianto dai tetti dei capannoni industriali. E' insomma, quello del fotovoltaico industriale, un campo di intervento decisamente da sostenere, e la speranza è che la questione riceva lo spazio che merita sia nel Town meeting sul paesaggio che si terrà domani, sia nei vicini Stati generali del paesaggio, previsti per il 19 febbraio.