[05/02/2010] News
FIRENZE. Che al ministro delle infrastrutture Altero Matteoli piacciano i porti è cosa nota, almeno ai toscani. La proposta della "riqualificazione" del porto di Talamone fortemente contrastata da un ampio cartello di associazioni ambientaliste (e non solo), è sostenuta dall'amministrazione comunale di Orbetello dove il ministro è anche sindaco.
Ora Matteoli pensa in grande. Per sopperire alla mancanza di posti barca auspica la creazione di 100 nuovi porti turistici sul territorio nazionale, con il rischio che una nuova ondata di cemento possa abbattersi sulle coste del Belpaese.
Legambiente, ovviamente contraria, prende l'occasione per avanzare la sua controproposta: uno studio realizzato due anni fa con Ucina (Unione nazionale dei cantieri e delle industrie nautiche e affini), prevedeva la creazione di 39mila nuovi posti barca (circa un terzo di quelli esistenti) a "cemento zero", cioè senza dover costruire nuovi porti turistici ma riutilizzando i bacini esistenti inutilizzati o sottoutilizzati.
«Questa soluzione - ha sottolineato il vicepresidente nazionale di Legambiente Sebastiano Venneri - a differenza della costruzione di nuovi porti turistici, permetterebbe di dare risposta immediata (nel giro di pochi mesi) alla domanda di ulteriori posti barca, altrimenti realizzabili in 7 o 8 anni».
I porti da rendere più funzionali e convertire ai fini turistici, sono quelli creati per rispondere alle esigenze delle attività di pesca, oggi ridimensionata, o per servire grandi impianti industriali oggi dismessi. «Piuttosto che immaginare nuove infrastrutture diportistiche e nuove cementificazioni, sarebbe auspicabile che i ministri competenti si esercitassero in una politica straordinaria per dare risposte rapide e pulite alle reali esigenze della nautica» ha concluso Venneri.