[09/02/2010] News

A rischio anche il tonno giallo dell’Oceano Indiano: stock al limite

LIVORNO. Non è a rischio di estinzione solo l'ormai famigerato tonno rosso dell'Atlantico, ma anche il suo cugino tonno giallo (o pinna gialla o Yellowfin). Almeno a quel che dice il ricercatore francese Alain Fonteneau, dell'Institut de recherche pour le développement, intervenuto alla prima conferenza del tonno delle Seychelles, nella capitale Victori, alla quale hanno partecipato più di 200 decisori politici, ambientalisti, esperti di pesca che hanno affrontato il tema «Bilancio per una pesca al tonno sostenibile del futuro», dove ha lanciato un preoccupato allarme sulla pesca del tonno giallo nell'Oceano Indiano.

«La cattura annuale di questi tonnidi  - ha detto Fonteneau - avrebbe dovuto raggiungere un plafond e non superarlo. La cattura annuale di 500.000 tonnellate è sicuramente il massimo e la sopravvivenza della specie sarà veramente assicurata se questo ammontare sarà ricondotto  a 300.000 tonnellate».

Anche il tonno pinna gialla è quindi messo in pericolo dalla pesca industriale che sta letteralmente svuotando gli oceani e portando gli stock ittici verso un punto di non ritorno. L'ennesimo grido di allarme che viene dalle Seychelles deve però fare i conti con un'industria alimentare sempre più pressata dalla crescente richiesta di tonno in scatola e con flotte pescherecce che spesso non rispettano né le quote ne le regole internazionali.

Ogni giorno vengono pescate nell'Oceano Indiano 4.000 tonnellate di tonno pinna gialla, il 20% del totale mondiale. Il solo impianto Indian Ocean Tuna Limited, il secondo più grande del mondo, lavora tonni congelati che arrivano dalle flotte internazionali e sforna 5.000 barattoli di tonno al minuto.

«Le imbarcazioni  oggi sono molto più efficienti e gli stock di tonno sono in declino e c'è molto meno tonno rispetto a prima - spiega Fonteneau all'agenzia Ips - Il problema più grande che abbiamo è se vogliamo che gli stock di tonno dell'Oceano Indiano debbano essere sovra-pescati come lo sono nella maggior parte del mondo?»

L'Oceano Indiano ha una Regional tuna fisheries management organisation (Rfmo) per contrastare la pesca eccessiva e gestire in modo sostenibile degli stock di tonno. Nella Rfmo  i governi della regione e coloro che sono coinvolti nel settore della pesca dovrebbero decidere quanto tonno possa essere catturato sulla base delle conoscenze e consulenze scientifiche. Ma gli ambientalisti denunciano che l'Indian Ocean Tuna Commission (Iotc) ed altre 4 Rfmo  delle altre più grandi regioni tonniere del mondo, ignorano le raccomandazioni scientifiche, e che al contrario prevale l'avidità a breve termine. La Iotc comprendente 28 Stati membri, compresi i Paesi africani dell'Oceano indiano, l'Unione Europea, Francia, Spagna, Iran, Sri Lanka e altri e la collaborazione è molto difficile: ad esempio, l'Iran non ha ancora segnalato nemmeno una singola cattura di tonno giallo.

William Fox, vice presidente e direttore per la pesca del Wwf Usa, sottolinea che  «Si potrebbe pensare che con tutti gli investimenti di questi Rfmo in tutto il mondo per prendersi cura di questi tonni in alto mare, dovremmo avere stock di tonno in buona salute. Invece, il tonno rosso, molto apprezzato dagli appassionati di sushi, è in cattive condizioni e a marzo dovrebbe essere dichiarato specie in via di estinzione dalla riunione annuale della Convention on International Trade in Endangered Species (Cities). Anche i tonni obeso, giallo  e bianco sono sovra sfruttati della pesca. Solo il fecondo e a rapida crescita tonnetto striato sta bene e costituisce la maggior parte di tonno in scatola.  I governi non si basano sullo stato attuale degli stock ... L'industria del tonno deve garantire la propria sopravvivenza prendendo forti iniziative verso la sostenibilità».

Un anno fa gli 8 più grandi compratori di tonno e il Wwf si sono alleati nella International seafood sustainability foundation (Issf) e aziende partecipanti si sono rifiutate di comprare il tonno obeso pescato nel Pacifico orientale, perché l'Rfmo si era rifiutato di seguire i consigli degli scienziati.

Susan Jackson, presidente dell'Issf ed un ex vice presidente di Del Monte, ha detto alla conferenza di Victoria che «Considerati i tassi di riduzione e le perdite economiche, a causa del collasso del merluzzo al nord e la debacle del tonno rosso, l'Oceano Indiano dovrebbe imparare che cosa è andato storto, senza doverlo apprendere con dolore e nel modo più difficile».

Il ministro dell'ambiente, delle risorse naturali e dei trasporti delle Seychelles, Joel Morgan, ha assicurato che il suo Paese sosterrà le iniziative dell'Issf: «I tonni  non sono solo una risorsa importante per l'Oceano Indiano, ma per il pianeta in generale. Con i cambiamenti climatici che riducono a produttività dell'agricoltura, principalmente a causa del declino delle risorse idriche, la pesca diventa sempre più importante. Se la sostenibilità della pesca non è rispettata, l'umanità dovrà affrontare una situazione disastrosa. In futuro, il mondo potrebbe diventare sempre più dipendente dalla pesca, per questo la gestione sostenibile della pesca è una questione cruciale».

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