[09/02/2010] News toscana

Rifiuti speciali: governo lasciato solo ai controlli? Traffico illecito e arresti, anche in Toscana

GROSSETO. L'hanno nominata Golden Rubbish, mutuando la famosa frase del boss del Rione Traiano, Nunzio Perrella, che aveva detto che «la munnezza è oro», l'inchiesta coordinata dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Grosseto e condotta dal comando Carabinieri per la tutela dell'ambiente (C.c.t.a.) che ha individuato un'organizzazione dedita al traffico illecito di rifiuti speciali, anche pericolosi, con la testa in Toscana e braccia in tutto il resto d'Italia: Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Marche, Campania, Lazio, Abruzzo e Sardegna. Un sistema che,  secondo quanto dichiarato dai Ccta, coinvolgeva 61 persone e  20 aziende verso cui sono stati emessi 17 provvedimenti cautelari e 3 sequestri preventivi. Il traffico di rifiuti che vi stava dietro è stato stimato dai Ccta in circa un milione di tonnellate, con un introito  di svariati milioni di euro. Dalle attività investigative sembra emergere che  la struttura organizzativa avesse il suo fulcro in una società  di intermediazione maremmana, l'Agrideco proprietaria anche di un impianto di trattamento, tristemente famoso perché poco meno di due anni vi perse la vita un operaio, Martin Decu, di  47 anni, per un incendio causato dalla deflagrazione del gas contenuto nelle bombolette spray che  nel capannone si trattavano senza averne l'autorizzazione e le necessarie strutture.

Secondo quanto si apprende dalle agenzie di stampa l'azienda anche in questo caso  sarebbe stata al centro di un sistema illecito nel quale attraverso falsificazione di certificati di analisi, formulari di identificazione e registri di carico e scarico per poter attribuire ai rifiuti trasportati e trattati codici non corretti, in modo da poterli dirottare in siti di destinazione finale compiacenti anche se non ne avevano le caratteristiche impiantistiche sparsi in tutta Italia.

Intrigati nelle maglie di questo sistema vi sarebbero produttori, trasportatori, laboratori di analisi, impianti di trattamento, siti di ripristino ambientale e discariche, insomma tutti gli addetti alla filiera rifiuti che anziché lavorare secondo le regole, queste regole le alterava a suo tornaconto.

Molte le tipologie di rifiuti speciali che rientrerebbero in questo filone di trattamenti e smaltimenti illeciti, tra cui anche quelli provenienti dallo stabilimento di Servola dell'industria siderurgica Lucchini di Trieste, dove sono stati arrestati due dirigenti, anche se la stessa azienda  attraverso i suoi legali «ha immediatamente fatto istanza di riesamina del provvedimento, certa della assoluta estraneità dei suoi dirigenti coinvolti, loro malgrado, in un'indagine che chiama direttamente in causa società regolarmente autorizzate, alle quali la Lucchini e numerose altre imprese italiane hanno affidato i servizi di smaltimento dei rifiuti».

Stessa dinamica per l'altra operazione, denominata Spiderman,messa a punto oggi in Abruzzo dal nucleo Ccta di Pescara. Anche in questo caso è stata disarticolata un' organizzazione specializzata nel traffico illecito di rifiuti speciali con sede a Lanciano e diramazioni in tutta Italia: 8 le persone arrestate, 22 quelle denunciate e 5 le aziende coinvolte che con la complicità di laboratori di analisi, aziende di trasporti e impianti di smaltimento, procedevano allo smaltimento illecito di rifiuti speciali e anche pericolosi.

Due indagini che chiamano in causa anche un altro aspetto ormai noto ma spesso dimenticato relativo alla gestione dei rifiuti speciali, ovvero l'assoluta carenza di impianti dove smaltire in maniera corretta i rifiuti di questa provenienza, che comprendono anche i pericolosi. Come è altrettanto scarsa l'attenzione e l'interesse che verso questa tipologia di rifiuti  è rivolta da parte delle istituzioni come dall'opinione pubblica, tranne quando vi è notizia di indagini, arresti e sequestri perché vengono scoperchiati traffici illeciti, grazie all'azione delle forze dell'ordine, sempre più specializzate in questo genere di crimini.

Un problema serio che andrebbe affrontato per la sua gravità e in tutta la sua complessità, senza lasciare che diventi "normale" dover pubblicare ogni anno sui rapporti ufficiali- quali quelli stilati da Ispra- che mancano nei bilanci tonnellate di rifiuti speciali, sapendo tra l'altro che i quantitativi mancanti vanno considerati come stime per difetto, perché è chiaro a tutti che sono molti di più i rifiuti speciali che vengono prodotti ogni anno e che gran parte di quelli che scompaiono alla contabilità sono in realtà smaltiti in materia illecita.

Certo è che le persone propense a fare affari illeciti ci saranno sempre, così come la criminalità organizzata troverebbe presto come sostituire il business dei rifiuti con qualche altra attività, ma è anche vero che il governo dei rifiuti, e di quelli speciali e pericolosi in particolare,  non può essere lasciato solo all'attività di chi ispeziona e alle reazioni di sdegno che le conferenze su queste attività di controllo suscitano.

Quello che serve è un governo del settore che faccia chiarezza sulle quantità effettivamente prodotte, che dia norme coerenti e cogenti su cosa e come può essere recuperato e su cosa, come e dove deve essere smaltito, per dar seguito poi alle necessarie procedure per poter realizzare gli impianti necessari.

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