[10/02/2010] News
FIRENZE. I "suoli" del Belpaese sono "poveri" di vita. Questo quanto emerge da un seminario promosso dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che ha voluto offrire, nell'anno internazionale della Biodiversità, una panoramica completa delle criticità del suolo.
«L'Italia, pur essendo tra i paesi più ricchi di biodiversità (è 10 volte superiore a quella del Regno Unito e doppia rispetto a Francia o Spagna), risulta tra gli ultimi nella protezione della vita del suolo che per l'80% è di scarsa qualità, povero di carbonio, a elevato rischio di erosione» dichiara il commissario dell'Ispra prefetto Vincenzo Grimaldi.
Tra le cause individuate il degrado dovuto al cemento, alle specie invasive e all'inquinamento. Una tra le principali minacce al suolo italiano è il consumo di superficie, la cosiddetta ''impermeabilizzazione'': secondo l'Ispra sono state 43 milioni le tonnellate di cemento prodotte nel 2008 che hanno posto l'Italia al quarto posto nel mondo per rapporto cemento prodotto/superficie e al quinto per rapporto con abitante.
Tra il 2000 e il 2006 l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, segnala un processo di impermeabilizzazione che sfiora i 400 ettari all'anno. Anche le specie invasive sono una minaccia alla biodiversità del suolo (come a quella di altre "matrici"): l'Ispra ad esempio segnala il caso della "lumaca killer", che ha infestato l'Europa, distruggendo i raccolti e attaccando altre specie di lumache. E poi i tanti fattori inquinanti che arrivano al suolo e che ne fanno la "cenerentola" della biodiversità. Ora qualche timido segnale in controtendenza, almeno per colmare le lacune conoscitive, pare stia arrivando: «segnali incoraggianti arrivano dalla bozza di "Strategia nazionale per la biodiversita", in cui per la prima volta si propone l'istituzione di un programma nazionale di monitoraggio del suolo» concludono dall'Ispra.