[15/02/2010] News toscana
PISA. A tre anni dal caso di Monticchiello che tenne banco a lungo in una polemica nazionale sulla Val d'Orcia e il suo Parco si è tornati nei giorni scorsi sul luogo del delitto per decidere il da farsi. A San Quirico, infatti, Asor Rosa e altri ambientalisti e studiosi si sono incontrati per decidere come assicurare criteri di gestione del Parco in riferimento al turismo culturale, agricoltura di qualità e agriturismo onde evitare nuovi scempi.
Intento più che lodevole se non si dimentica però che al momento dello ‘scandalo' di villettopoli si ‘scoprì' che quel Parco dell'Unesco di 60.00' ettari ( più o meno) era un Anpil ossia una di quelle aree naturali protette di interesse locale istituite dalla regione Toscana - unico caso in Italia - per gestire piccoli ambiti territoriali di interesse ambientale-naturalistico. La vicenda, al di là della polemica che innestò con il ministero dei beni culturali sulle ‘concessioni' delle licenze confermò nella sua sconcertante anomalia ( una superficie superiore a quella dei tre parchi regionali toscani) l'esigenza che la nuova legge regionale sulle aree protette in discussione precisasse ruoli e ‘dimensioni' delle Anpil per evitare palesi mostruosità che apparivano assolutamente incongruenti e palesemente di comodo.
Purtroppo sul quel fronte le cose sono rimaste tali e quali perché la nuova legge regionale si è persa in qualche meandro per cui anche le Anpil restano regolate da criteri e norme che richiedevano invece più d'un aggiustamento. Quando, perciò, si sente parlare di cabina di regia del Parco bisognerebbe chiarire a cosa si punta. Alla conferma dell'Anpil sicuramente no per le ragioni appena ricordate. Bisognerebbe anche sapere come si intende procedere in un territorio di straordinario valore paesaggistico ora che la norma del nuovo codice dei beni culturali ha separato nei piani dei parchi il paesaggio dall'ambiente. Altrimenti parlare di ‘parco' qui come alla Piana o in Val di Cornia rischia soltanto di accrescere la confusione a cui concorre già il rinvio della legge regionale.
Insomma anche in Val D'Orcia come nelle altre realtà bisogna che le istituzioni decidano chiaramente e senza ambiguità cosa vogliono e quali strumenti intendono impiegare.