[15/02/2010] News

Le proposte dell'Aper per il nuovo conto energia

FIRENZE. L'Associazione produttori energia da fonti rinnovabili (Aper) condivide l'impostazione generale dell'ultima versione del decreto relativo al futuro Conto energia, ma poi avanza una serie di proposte di modifica che in realtà cambiano il testo non di poco.

Un primo punto messo in discussione da Aper riguarda la decurtazione annuale della tariffa incentivante: il 6% è ritenuto troppo alto. «La ridefinizione delle tariffe ha tenuto ampiamente conto del forte calo del prezzo dei moduli fotovoltaici nell'anno 2009, determinato oltre che dalla generale crisi economica, dal crollo del principale mercato fotovoltaico internazionale (Spagna), da un sostanziale aumento di taglia degli impianti di produzione, da una ottimizzazione della tecnologia del silicio e non essendo prevedibile nel medio termine un sostanziale cambiamento dei prezzi in cui i margini sono attualmente depressi dall'eccesso di offerta, si ritiene che un price cap del 4% possa più che adeguatamente rappresentare le dinamiche di mercato attese».

Secondo Aper il sistema incentivante è tale se sostiene la crescita del mercato e della relativa filiera industriale. Ma nel decreto sono stati inseriti tagli eccessivi alle tariffe incentivanti tali da compromettere lo sviluppo del settore nel suo complesso e tali da bloccarlo completamente nelle regioni del Centro e Nord Italia, con evidenti ripercussioni anche sul raggiungimento dei vincolanti obiettivi che saranno posti con il burden sharing (la ripartizione degli sforzi dei singoli paesi dell'Unione europea per ottenere una riduzione del 20% dei gas effetto serra entro il 2020).

Tra le altre proposte di modifica del testo del decreto, Aper suggerisce la reintroduzione del bonus (10%) per i casi in cui gli impianti prevedano la sostituzione amianto/eternit ed il ripristino di un'adeguata incentivazione per tettoie e pensiline: «queste applicazioni sarebbero fortemente penalizzate se venissero a godere di tariffe inferiori a quelle riservate agli impianti su edifici in quanto intrinsecamente hanno costi equivalenti se non superiori agli impianti che vengono realizzati su immobili, si pensi al solo extracosto della struttura portante che non si avrebbe su impianti fotovoltaici realizzati su edifici».

L'Associazione produttori energia da fonti rinnovabili propone inoltre di incrementare il potenziale previsto per impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative e impianti fotovoltaici a concentrazione (il decreto prevede 200 MW per i primi e 150 MW per i secondi) in modo da giustificare lo sviluppo di una filiera industriale nazionale; infine, secondo l'associazione, vanno eliminate le limitazioni all'applicabilità del premio per l'efficienza energetica con un ritorno al testo precedente ritenuto più efficace, dato che il nuovo decreto prevede il premio per gli interventi realizzati sul solo involucro edilizio, e di conseguenza non saranno più ammissibili gli interventi più frequenti come gli efficientamenti degli impianti tecnologici.

Per Aper «il recepimento di queste modifiche è ritenuto vitale per mantenere in salute il settore, ma altrettanta importanza va data alle tempistiche di approvazione ed emanazione. Non si faccia il gravissimo errore di rimandare ogni decisione a dopo le elezioni regionali: l'avvicinarsi delle elezioni potrebbe causare un rinvio dell'adozione del presente provvedimento e anche delle linee guida nazionali sul procedimento unico di autorizzazione degli impianti alla Conferenza Stato-Regioni post elettorale di maggio» concludono da Aper.

 

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