[28/07/2009] News

Legambiente "fotografa" l'Italia del cemento depotenziato

ROMA.  In seguito alla notizia del sequestro del nuovo ospedale San Giovanni di Dio ad Agrigento, perché realizzato con cemento depotenziato e dopo quanto avvenuto con il sisma in Abruzzo sono in molti a domandarsi se l'Italia delle costruzioni sia un gigante poggiato su piedi di argilla. Per Legambiente questa è un vera e proprio piaga di livello nazionale anche se il fenomeno si registra più frequentemente nelle regioni del Sud.

«Quello di Agrigento non è caso isolato. C'è in Italia un lungo elenco di opere pubbliche a rischio cemento taroccato, un business sul quale la mafia ha evidentemente messo le mani» dichiara il vice presidente dell'associazione ambientalista Sebastiano Venneri - La vicenda di alcuni manufatti crollati con il sima in Abruzzo e il caso di questo ospedale - dice Venneri - sono la punta di un iceberg che nasconde uno scenario inquietante. Le mafie, che molto spesso detengono il monopolio nella produzione e distribuzione del calcestruzzo, hanno lucrato nel corso degli ultimi 30 anni fornendo alle opere pubbliche tanta sabbia e poco cemento». L'associazione del Cigno informa che l'elenco delle opere pubbliche al vaglio della Magistratura per calcestruzzo depotenziato è molto lungo:  nuovo padiglione dell'ospedale di Caltanissetta, gli aeroporti di Palermo e di Trapani, il viadotto Castelbuono e la galleria Cozzo-Minneria dell'autostrada Palermo-Messina, il lungomare di Mazara del Vallo, il porto turistico di Balestrate, l'approdo di Tremestieri di Messina e il porto Isola - Diga Foranea di Gela, il Palazzo di Giustizia di Gela e il commissariato di Polizia di Castelvetrano. Come è possibile notare non si salvano da questa piaga nemmeno quelle costruzioni adibite ad ospitare le forze dell'ordine.

«L'ospedale San Giovanni di Dio - dichiara Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia - è un edificio costruito negli anni delle opere pubbliche finalizzate ad alimentare il sistema tangentizio, quando a prevalere era il principio della totale irresponsabilità. L'importante era fare soldi, anche a costo di mettere a serio rischio la popolazione. Rimane adesso da verificare la solidità di tante altre opere pubbliche segnalate dalla Protezione Civile».  Su 48 edifici pubblici vagliati dalla Protezione civile siciliana per verificare che rispondano ai criteri antisismici, 43 non hanno superato i test. Il fenomeno del cemento depotenziato non riguarda comunque solo la Sicilia: si registrano casi in Campania, Calabria, Molise e Veneto in cui tra l'altro gli edifici più a rischio sono gli ospedali e poi chiese, parrocchie, scuole e asili nido. Alla base di questo fenomeno gli ingenti profitti fatti nella filiera del cemento, soprattutto dalla criminalità organizzata, che ha imposto materiali scadenti e il risparmio sui controlli. Per l'associazione ambientalista la parte sana che amministra il Paese nelle sue articolazioni locali è necessario che reagisca immediatamente.

 

Elenco delle opere pubbliche al vaglio della Magistratura per cemento taroccato

Sicilia

Galleria Cozzo-Minneria, Autostrada Palermo Messina

Torrente Braemi, Superstrada Licata

Porto Isola - Diga Foranea, Gela

Palazzo di Giustizia, Gela

 

Nuovo padiglione Ospedale di Caltanissetta

Viadotto Castelbuono, Autostrada Palermo Messina

Approdo di Tremestieri, Messina

Aeroporto di Palermo

Aeroporto di Trapani

Porto turistico di Balestrate

Lungomare di Mazara del Vallo

Commissariato di Polizia di Castelvetrano

Calabria

Galleria in località Palizzi (RC), statale 106

Scuola pubblica Euclide, Bova Marina

Scuola media, via coniugi Crigna, Tropea

Veneto

Lotti 9 e 14 dell'autostrada A31Valdastico (VI)

Molise

Variante autostradale a Venafro

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