[16/02/2010] News
LIVORNO. Che quelli della Lega per l'Abolizione della Caccia (Lac) non amino particolarmente i cacciatori e cosa risaputa ed ostentata fin dal nome dell'associazione, ma questa volta sembrano avere non poche ragioni quando dicono che «In campagna elettorale per le ultime elezioni politiche molti partiti ci hanno fatto "una testa così" con mille proclami sul tema sicurezza. Ma quando si tratta di promettere la luna nel pozzo alla lobby venatoria più estremista, più di un parlamentare con licenza di caccia non cede alla tentazione della più surreale sfacciataggine. Nel marasma delle tante proposte di deregulation della caccia (argomento oggi alla ribalta, col dibattito imminente alla Camera dei Deputati sulla possibilità per le Regioni di dilatare la stagione venatoria) era sinora sfuggita una perla (anzi due, perché di uguale tenore). Due parlamentari chiedono di depenalizzare il reato di bracconaggio effettuato sparando da autoveicoli. Si tratta del reato previsto dall'art. 30, primo comma-lettera i) della legge 157/92 , che prevede il tribunale penale per questa forma di bracconaggio e la punisce con l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda penale sino a 2065 euro, con sospensione della licenza per un periodo da 1 a tre anni».
La Lac ce l'ha in particolare con il deputato dell'Idv, Gabriele Cimadoro (cognato di Di Pietro ed ospite lunedì sera 15 febbraio da Bruno Vespa a "Porta a Porta") che insieme ai suoi colleghi Di Giuseppe, Messina, Mura, Piffari e Rota ha chiesto (come ha fatto il senatore, anche lui bergamasco, Valerio Carrara) di trasformare la pena prevista per uno dei più comuni ed odiosi atti di bracconaggio (magari con l'uso di fari la notte): quello di sparare dalle auto alla fauna, in particolare agli ungulati.
Ecco come intenderebbe depenalizzare, trasformandola in una serie di infrazioni amministrative, la caccia di frodo l'onorevole Cimadoro, secondo l'articolo 2 della proposta di legge "n materia di sanzioni penali e amministrative per violazioni della disciplina dell'attività venatoria" che ha presentato il 24 giugno 2008 alla Camera: 1. Al comma 1 dell'articolo 31 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, sono aggiunte, in fine, le seguenti lettere: «m-bis) la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.600 euro a 5.000 euro per chi esercita la caccia in periodo di divieto generale, intercorrente tra la data di chiusura e la data di apertura fissata dall'articolo 18; m-ter) la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.500 euro a 4.000 euro per chi abbatte, cattura o detiene mammiferi o uccelli compresi nell'elenco di cui all'articolo 2; m-quater) la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.600 euro a 4.000 euro per chi esercita l'uccellagione; m-quinquies) la sanzione amministrativa pecuniaria fino a 1.000 euro per chi esercita la caccia nei giorni di silenzio venatorio; m-sexies) la sanzione amministrativa pecuniaria fino a 3.000 euro per chi abbatte, cattura o detiene specie di mammiferi o uccelli nei cui confronti la caccia non è consentita o fringillidi in numero superiore a cinque o per chi esercita la caccia con mezzi vietati. La stessa sanzione si applica a chi esercita la caccia con l'ausilio di richiami vietati ai sensi dell'articolo 21, comma 1, lettera r). Nel caso di tale infrazione si applica altresì la misura della confisca dei richiami; m-septies) la sanzione amministrativa pecuniaria fino a 4.000 euro per chi esercita la caccia sparando da autoveicoli, da natanti o aeromobili».
La proposta di legge del senatore berlusconiano Valerio Carrara è invece la n. 276, presentata il 29 aprile 2008, e prevede all'articolo 33 di depenalizzare ugualmente lo sparo da autoveicoli, ma anche da aeromobili, così come i reati di caccia di frodo in parchi e giardini urbani o nei terreni adibiti ad attività sportive. Ecco l'intero Articolo 33 della proposta di una nuova Legge quadro per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio che è stata presentata insieme ai senatori Bianconi e Asciutti: «(Sanzioni amministrative) 1. Per le violazioni delle disposizioni della presente legge, salvo che il fatto sia previsto dalla legge come reato, si applicano le seguenti sanzioni amministrative: a) da euro 300 a euro 1.200 per chi pratica l'esercizio venatorio con l'uso di richiami vietati; b) da euro 600 a euro 1.200 per chi esercita la caccia senza aver effettuato il versamento delle tasse di concessione governativa; se la violazione e` nuovamente commessa la sanzione e` da euro 1.200 a euro 2.400; c) da euro 600 a euro 1.000 per chi esercita la caccia senza aver stipulato la polizza di assicurazione; se la violazione è nuovamente commessa la sanzione è da euro 1.000 a euro 3.000; d) da euro 600 a euro 1.000 per chi esercita la caccia da aeromobili, da veicoli a motore, da natanti spinti da motore in violazione del divieto di cui all'articolo 23, comma 1, lettera l); e) da euro 1.000 a euro 2.000 per chi abbatte, cattura o detiene specie di mammiferi o uccelli in periodi diversi da quelli in cui e` consentita la caccia alle specie suddette; f) da euro 300 a euro 600 per chi esercita la caccia in zone di divieto non diversamente sanzionate; se la violazione e` nuova mente commessa la sanzione e` da euro 300 a euro 1.200; g) da euro 200 a euro 600 per chi esercita
la caccia in violazione degli orari di cui all'articolo 20, comma 14; se la violazione è nuovamente commessa la sanzione è da euro 300 a euro 1.200; h) da euro 600 a euro 1.200 per chi si avvale dei richiami non autorizzati di cui all'articolo 23, comma 1, lettera q), con previsione della sanzione accessoria della confisca dei dispositivi utilizzati per commettere la violazione; se la violazione e` nuovamente commessa la sanzione e` da euro 1.200 a euro 2.400; i) da euro 50 a euro 300 per chi, pur essendone munito, non esibisce, se legittimamente richiesto, la licenza, la polizza di assicurazione e il tesserino regionale; la sanzione e` applicata nel minimo se l'interessato esibisce il documento entro cinque giorni dalla contestazione; l) da euro 200 a euro 600 per chi viola le disposizioni della presente legge non espressamente richiamate dal presente articolo». Si tratta, come si può leggere di una vera e propria depenalizzazione del bracconaggio, esattamente quello che i parlamentari pro-caccia selvaggia poi negano di voler fare nei dibattiti televisivi.
A quindi buon gioco la Lac quando alla fine commenta: «E' proprio il caso di dirlo, avversari in politica ma, in fatto di bracconaggio da veicoli, compagni di strada».