![](../_new/immagini/nrm/2009_09_22_14_57_14.jpg)
[17/02/2010] News toscana
FIRENZE. A 40 giorni dalle elezioni regionali rivolgiamo 3 domande al candidato della coalizione di centro sinistra alla presidenza della Regione, Enrico Rossi.
In una sua ipotetica presidenza della regione, che ruolo rivestirebbero nelle politiche attuate la sostenibilità ambientale e la green economy?
«E' proprio la crisi attuale a rendere non solo compatibili ma fortemente integrati la sostenibilità energetico-ambientale e la ripresa economica. In altre parole, dell'espressione complessa "green economy" vorrei tenere conto di entrambe le parole, intendendo per "green" la componente che fa riferimento alla tutela e alla valorizzazione ambientale mediante nuove conoscenze e tecnologie, e per "economy" la sintesi di redditività di investimenti, esportazione, crescita economica e occupazionale. Quindi ambiente e scelte di politica industriale, paesaggio ed efficienza energetica, turismo e programmi di sviluppo. La sfida è quella di trovare un punto di equilibrio. Cosa possibile se tutti gli attori collaborano e ci credono: pubblica amministrazione, imprese, sistema bancario, mondo della ricerca».
Cosa intende quando parla di "attuare una S.Rossore per la de-industrializzazione". Qual è la sua idea di rilancio del sistema industriale toscano? E quale equilibrio è individuabile tra il rischio di una Toscana chiusa nella sua immagine "da cartolina" e quello di un'importazione di modelli di sviluppo non adattabili al fragile territorio regionale?
«L'idea di una "S.Rossore per la de-industrializzazione" significa un confronto pubblico promosso dalla Regione con tutti i principali soggetti del sistema socio-economico toscano e le migliori esperienze europee e non solo. Le analisi dell'Irpet ci dicono che nessun settore o distretto industriale è indenne dalla crisi, ma io penso anche che nessun settore o distretto industriale possa essere dato per spacciato. Ritengo piuttosto che la Toscana abbia nel suo Dna le risorse e le capacità per reagire e non soccombere alla dittatura del presente. Dobbiamo lavorare sapendo che i successi di questi anni sia in alcuni distretti tradizionali, sia in settori come la sanità pubblica, la filiera farmaceutica, la meccanica e cantieristica navale, possano essere estesi anche ad altri ambiti. I valori che sono alla base del benessere toscano si difendono rimettendo in moto lo sviluppo, mettendosi coraggiosamente in discussione, assumendone i rischi ma anche le opportunità dell'innovazione, e non cercando di continuare a sfruttare rendite e protezionismi».
Nel rapporto "Toscana 2030", e anche in documenti precedenti, Irpet descrive spesso una Toscana la cui dotazione infrastrutturale è carente. Lei concorda con questo aspetto? E, nel caso, quali ambiti infrastrutturali sono da sviluppare, e che ruolo in questo sviluppo hanno le reti di collegamento telematico e/o finalizzate al supporto alla società della conoscenza?
«Il gap strutturale non si può negare. Si può e deve fare meglio con la consapevolezza che le risorse non sono infinite e, di conseguenza, occorre valutare tutte le fonti di finanziamento. Anche sul fronte delle reti telematiche serve un potenziamento per stare al passo con i tempi, per consentire la crescita di lavoratori della conoscenza in grado di immettere nuovi saperi nei circuiti produttivi, ma anche per supportare i servizi del terziario o della pubblica amministrazione. La società della conoscenza in Toscana deve quindi svilupparsi ulteriormente e, per questo, serve sostenere la cosiddetta banda larga, il passaggio di radio e TV sul digitale, lo sviluppo di contenuti editoriali e multimediali, lo start-up di imprese high-tech, la digitalizzazione dei servizi della pubblica amministrazione regionale. Bisogna valorizzare le imprese toscane che già ce la fanno, che sono delle best-practice nei propri settori e che andrebbero ascoltate meglio perché possano ispirare altri soggetti. Infine si può anche replicare ciò che di positivo viene già fatto all'estero, avendo cura di renderlo compatibile con le caratteristiche della nostra Regione».