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[18/02/2010] News
ROMA. La Confederazione italiana agricoltori (Cia) e la sua associazione per l'agricoltura biologica Anabio, annunciano oggi i dati Ismea i quali dimostrano che c'è un settore in contro-tendenza rispetto alla crisi generale dell'economia che sta avendo pesanti ripercussioni anche sull'agricoltura: «Il biologico è vitale, anche se per le aziende non mancano i problemi», va bene anche il segmento dell'ortofrutta fresca e trasformata.
Secondo la Cia «E' la conferma che il settore è vitale, non conosce crisi e che i suoi prodotti sono sempre più apprezzati dagli italiani». L'Ismea evidenzia un andamento positivo dei consumi "bio" in Italia che nel 2009 sono cresciuti ancora del 6,9% sul 2008, quando c'era già stato un aumento del 5,2% rispetto al 2007.
«Il trend di crescita del settore - spiega Anabio - è una prova tangibile che le produzioni biologiche, nonostante le difficoltà che continuano ad incontrare le aziende, sono l'unico segmento dell'agricoltura italiana che non solo tiene, ma fa anche progressi. Il tutto in una situazione di generale stagnazione della domanda di prodotti alimentari che non risparmia neanche quelli di qualità certificata, come le Dop e le Igp, che mettono a segno, sempre nel 2009, un calo dei consumi dell'1,3 per cento rispetto al 2008. Le migliori performance, come evidenzia l'Ismea, si confermano per i settori dell'ortofrutta fresca e trasformata (più 26,6% 'incremento in valore su base annua) e per le uova (più 21,8%), mentre gli acquisti di bevande e pane crescono a ritmi più contenuti così come i prodotti lattiero-caseari. L'unico dato negativo di rilievo riguarda gli alimenti per l'infanzia che segnano un meno 15,7%. L'indagine Ismea conferma che nelle regioni settentrionali si concentra più del 70% degli acquisti nazionali (il 43,1% nel Nord-Ovest e il 27,9% nel Nord-Est), mentre il Centro, inclusa la Sardegna, e il Mezzogiorno rappresentano, rispettivamente, il 21,6% e il 7,5%del totale.
Anabio sottolinea che «Questo dato non è influenzato solo dal maggior potere d'acquisto delle famiglie, ma da una diffusione più capillare del biologico nella rete distributiva che storicamente ha caratterizzato il Nord Italia rispetto al Sud. La grande distribuzione organizzata, in particolare gli ipermercati, registrano un incremento del 14,7% delle vendite, mentre nei supermercati si ha solo un 1,5%in più. L'indagine di Ismea notoriamente non prende in considerazione il canale distributivo del biologico più diffuso in Italia, cioè i negozi specializzati. Perciò, l'incremento percentuale dei consumi si ritiene possa essere maggiore di quello rilevato».
Intanto da Bruxelles arriva la notizia che la Commissione europea ha scelto il nuovo logo per il bio europeo: Euro-leaf. Il nuovo logo biologico dell'Ue è stato disegnato da uno studente tedesco che ha ottenuto il 63% dei voti totali con la sua "Euro-foglia", un disegno in cui le stelle, simbolo dell'Unione, tracciano il profilo di una foglia su sfondo verde. Dal primo luglio il nuovo logo sarà obbligatorio per tutti i prodotti biologici preconfezionati, purché rispondano ai requisiti richiesti del Regolamento CE 834/07. Al logo europeo sarà affiancato quello dei singoli Stati membri.