[19/02/2010] News
LIVORNO. La situazione in Niger non è ancora del tutto chiara dopo che ieri un golpe militare ha deposto il discusso presidente (ex militare anche lui) Mamadou Tandja. Il Niger è un povero Paese del Sahel ma è anche il terzo produttore mondiale di uranio, una risorsa gestita praticamente in monopolio dal gruppo nucleare francese Areva. Il Paese africano attraversava una grave crisi politica dopo che nel 2009 il settantaduenne Tandja, dopo 10 anni di potere, aveva sciolto il Parlamento, ottenuto un prolungamento anticostituzionale del suo mandato, fatto votare una nuova Costituzione e tenuto elezioni boicottate dall'opposizione che hanno trasformato il Niger in un Paese a partito unico. Dopo questo golpe istituzionale il Niger è stato sospeso dalla Comunità economica dell'Africa Occidentale (Cedeao) e l'Unione europea ha sospeso gli aiuti allo sviluppo. Rimaneva il saldo appoggio di Areva, cementato anche dalle recenti visite del presidente francese Nicolas Sarkozy all'amico Tandja. La settimana scorsa era saltato il tavolo del dialogo tra governo e opposizione che si teneva grazie alla mediazione della Cedeao.
Il golpe dell'autonominato Conseil Suprême pour la Restauration de la Démocratie (Csrd) mette fine a questa deriva autoritaria di Tandja, nominato presidente nel 1999 come una specie di salvatore della patria e poi rieletto regolarmente nel 2004. Nel 2007 decise di reprimere duramente una nuova ribellione tuareg nel nord del Paese, che puntava ad una distribuzione delle entrate dell'uranio, e arrestò un giornalista di Rfi, Moussa Kaka, accusato di aver avuto dei contatti con i ribelli del Mouvement des Nigériens pour la justice (Mnj). Tandja ha approfittato dell'appoggio del dittatore libico Gheddafi e della Cina, che puntano anche loro allo sfruttamento dell'uranio, per far aumentare i prezzi e costringere Areva e la Francia a dare il loro sostegno alla guerra contro i tuareg. Un misto di ricatti e pragmatismo che ha portato, all'inizio del 2009, alla concessione ai francesi della gigantesca miniera di uranio di Imouraren. Parigi ha così chiuso un occhio sulla repressione di tuareg ed opposizione politica e sul "golpe" elettorale di Tandja. La ragione è molto semplice: un terzo delle centrali nucleari di Edf in Francia sono alimentate con l'uranio del Niger. Anche i cinesi potevano stare tranquilli: in cambio di armi e finanziamenti hanno ricevuto diversi permessi di esplorazione per l'uranio. Ne è venuta fuori una dittatura "nucleare-familiare-tribale" che ha usato le risorse del Niger per arricchire senza ritegno l'entourage di Tandja.
Ieri pomeriggio a tutto questo avrebbe messo fine l'assalto al palazzo presidenziale a Niamey, avvenuto non a caso proprio mentre era in corso una riunione del governo. Una vera e propria retata degli amici del presidente. Dopo la radio di Stato ha iniziato a diffondere musica militare e qualche comunicato dei golpisti che sarebbero guidati da Adamou Harouna, ma altre fonti, come lesafriques.com, affermano che il capo dei golpisti è in realtà il quarantacinquenne Dijibrilla Hima Hamidou, soprannominato "Pelé", comandante della più importante zona militare del Niger. Il Csrd si è dato un presidente, si tratta di Salou Djibo. Il comandante della compagnia dell'esercito di stanza Niamey, che dispone di armi pesanti e di blindati.
Secondo una fonte diplomatica francese «C'è ancora un po' di confusione, ma sembra che il presidente Tandja, così come i suoi ministri, che sono detenuti in un altro luogo, siano nelle mani degli ammutinati». Maman Abu, direttore del giornale del Niger Le Républicain, ha detto a Liberation che a Niamey «Nelle strade è tutto calmo, la gente è piuttosto contenta di quel che è accaduto. Avevamo delle enormi tensioni dopo che il presidente Tandja aveva rifiutato l'accordo proposto dalla Cedeao per condividere il potere con l'opposizione. Domenica a Niamey c'era anche stata una grande manifestazione».
Il portavoce dei militari golpisti, il colonnello Abdoulkarim Goukoye, ieri sera ha fatto una prima dichiarazione alla televisione del Niger ed alla radio Voix du Sahel: «Le forze di difesa e sicurezza del Niger hanno deciso questo giorno, 18 febbraio, di mettere fine alla situazione politica tesa che vive il Paese».
Il Csrd ha sospeso la Costituzione approvata da Tandja ed ha sciolto tutte le istituzioni della VI Repubblica e Goukoye ha detto: «Chiediamo alla popolazione di mantenere la calma e di unirsi intorno agli ideali che animano il Csrd e che potranno fare del Niger un esempio di democrazia e di buon governo seguendo l'esempio di altri Stati che desiderano la pace e la stabilità. Riaffermiamo il nostro appoggio ai trattati ed alle convenzioni precedentemente sottoscritti dallo Stato del Niger. Chiediamo all'opinione pubblica nazionale e internazionale di sostenerci nella nostra azione patriottica per salvare il Niger e la popolazione dalla povertà, dalla menzogna e dalla corruzione. Chiediamo a tutti i partner del Niger di dare fiducia all'esercito nigerino, che resta la garanzia dell'I unità nazionale, dell'integrità del territorio e degli interessi superiori del popolo».
Quindi non vengono messi in discussione gli accordi nucleari con la Francia e la Cina e si da un avvertimento alla guerriglia tuareg perché non si illuda di poter approfittare della situazione. Sembrerebbe uno dei tanti golpe gattopardeschi africani che promettono democrazia e benessere portate con i blindati, ma poi confermano quei vassallaggi e quel nazionalismo guerresco che rendono impossibile cambiare davvero le cose.