[23/02/2010] News toscana

L’olio esausto da rifiuto a risorsa: sbarca in Toscana il sistema Olly

FIRENZE. Un rifiuto trasformato in risorsa: arriva in Toscana, grazie ad un'iniziativa di Asm e del comune di Prato, il progetto "Olly", finalizzato al miglioramento della raccolta degli oli alimentari esausti e al recupero dell'energia in essi contenuti. L'esperienza è di provenienza mitteleuropea (Austria, Germania), ma è già stata posta in atto anche in alcune aree del nord Italia (es. val di Fiemme, Bressanone) fin dai primi anni ‘90: in un comunicato, Asm ricorda come siano «1.800 i comuni e un milione le utenze» che già usufruiscono del sistema Olly nelle aree citate.

Il punto di raccolta sarà situato a Vaiano (Po), in un'area vicina all'isola ecologica di via Borgonuovo. Il sistema, comunica Asm, «va ad affiancare quello già attivo - e che resta - presso circoli e pubblici esercizi di tutta la provincia, che prevede che il cittadino depositi il proprio recipiente pieno di olio in appositi contenitori. Olly, invece, è un secchiello riutilizzabile e una volta riempito viene consegnato al punto raccolta presso l'isola ecologica di Vaiano e sostituito con uno vuoto».

Sono 3000 i secchielli che saranno distribuiti alle utenze locali. Secondo quanto affermato dall'omonima azienda Asm di Bressanone (Bz) in occasione della partecipazione alla 5° edizione del "Premio all'innovazione amica dell'ambiente" indetto da Legambiente (2005), il sistema Olly (adottato per la prima volta in Italia nel 2003 proprio a Bressanone) permette di produrre, a partire da un contenitore pieno (3 litri di olio esausto), «biodiesel sufficiente per percorrere circa 50 km» oppure «energia elettrica in grado di mantenere accesa una lampada da 60 W per più di una settimana». In altri termini, «da un kg di olio alimentare esausto si producono 1 litro di biodiesel o 4,2 kWh di energia elettrica».

Riguardo agli aspetti economici, uno studio dell'università di Graz (Austria) riportato da Asm Bressanone indica che «1 kg di grasso ed olio alimentare versato nelle acque reflue determina costi aggiuntivi di gestione pari a 0,36 Euro»: nei primi due anni di applicazione del progetto nel comune altoatesino «il quantitativo raccolto è aumentato del 61%, passando da 0,39 a 0,63 kg/ab/anno ed avvicinandosi all'obiettivo realistico di 1 kg/ab/anno. Supponendo un quantitativo procapite di soli 0,5 kg/ab/anno e considerando il rendimento della raccolta degli oli alimentari esausti, la Lombardia, con circa 9 milioni di abitanti, potrebbe fornire una fonte di energia rinnovabile sufficiente a produrre circa 4,5 milioni di litri di biodiesel o 18,7 milioni di kWh».

Per un approfondimento sugli aspetti logistico-operativi e sui benefici ambientali del sistema che "giunge" oggi in Toscana, abbiamo contattato Sandro Gensini, direttore di Asm Prato.

Dottor Gensini, quali gli aspetti più significativi del sistema Olly? In particolare, dove va a finire l'olio raccolto? Dove viene usato, cioè, il combustibile prodotto a partire dagli oli vegetali esausti?

«Anzitutto mi preme sottolineare l'importanza della raccolta degli oli usati sia per la gestione delle fognature, sia per l'intero ciclo di depurazione delle acque. Il meccanismo è stato mutuato da esperienze condotte in Austria e nel nord Italia: non è quindi una tecnologia "nuova", ma rappresenta una novità il fatto che sia introdotto in Toscana. Gli oli vengono portati a piccoli impianti (di taglia inferiore a 1 Mw) dove da essi si producono energia elettrica e calore, quindi ci troviamo nel campo delle energie rinnovabili.

Riguardo all'utenza, la particolarità del servizio sta nel fatto che i contenitori sono distribuiti ai cittadini dall'azienda stessa: in questo modo si sensibilizza la popolazione, soprattutto riguardo al fatto che anzitutto i cittadini non si vedono costretti a "fare tutto da sé", e poi che così percepiscono l'esistenza di un sistema strutturato, a cui quindi sono maggiormente invogliati a partecipare. L'esperienza partirà dalla val Bisenzio proprio per la vicinanza delle attuali isole ecologiche al punto di raccolta per il sistema Olly».

Quali sono le principali criticità ecologiche e/o funzionali annesse all'inquinamento da oli esausti?

«La presenza di oli nell'acqua crea incrostazioni in fognatura, aumentandone quindi il grado e la velocità di intasamento. Riguardo alla depurazione, l'olio crea una pellicola superficiale sull'acqua, e questa pellicola è l'ostacolo principale per il trattamento di depurazione. Quindi non si parla certo di un vantaggio secondario. E poi, ricordiamo, dall'olio si può produrre energia rinnovabile, e anche questo è un vantaggio significativo».

Ma la filiera che dalla raccolta degli oli conduce al recupero energetico è già attiva e completamente organizzata?

«Si, la filiera è già organizzata completamente: uno degli impianti di trattamento è a Bressanone, e un altro è presente sempre nella stessa zona. Stiamo valutando anche se realizzare impianti analoghi nell'Italia centrale, perché è ovviamente assurdo che la filiera debba essere così lunga».

Qual è il suo parere sull'iniziativa recentemente attuata dal comune di Scandicci, l'azienda Safi e l'associazione olivicoltori toscani, che prevede di dare un litro di olio extravergine di oliva "nuovo" in cambio di 5 litri di olio esausto portati dai cittadini?

«Tutte le iniziative di sensibilizzazione per la cittadinanza credo siano positive: il punto è infatti far conoscere alla cittadinanza la possibilità di trasformare un inquinante in un combustibile. Quello di Scandicci, da quanto so, è un sistema diverso dal nostro, poiché noi di Asm ci concentriamo più sul facilitare la raccolta degli oli: ma, ripeto, tutto ciò che va verso la sensibilizzazione dei cittadini è un'azione positiva».

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