[23/02/2010] News toscana
FIRENZE. Mantenere gli sforamenti (oltre 50 microgrammi per metro cubo) per il Pm10 entro il numero di 7 annuali come prevede la normativa entrata in vigore a gennaio 2010, sarà molto difficile per le città italiane ovviamente compresi i centri urbani dell'area fiorentina dove tale limite è già stato superato. Del resto nei comuni di Firenze, Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Lastra a Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino e Signa si superavono talvolta anche i 35 sforamenti come prevedeva la norma fino al 2009.
Le leggi potranno anche essere modificate (siamo in attesa del recepimento della direttiva europea n.50/2008) ma l'importante è la salute dei cittadini. La provincia di Firenze cerca per ora di coordinare i comuni dell'area preoccupata delle ripercussioni sulla mobilità metropolitana che potrebbero avere provvedimenti presi dai comuni in autonomia. «L'eventuale superamento del limite di Pm 10 in una qualsiasi delle 5 stazioni di rilevamento della rete regionale - informa Renzo Crescioli (Nella foto), assessore provinciale all'Ambiente - da ora in poi farà scattare, a seguito della segnalazione di Arpat, l'obbligo per tutti i sindaci dell'area fiorentina di assumere dei provvedimenti. A questo punto il rischio reale è che ogni comune vada per conto suo, determinando un caos normativo per i cittadini».
Crescioli fa poi un esempio pratico: «un sindaco, in virtù della piena autonomia prevista dalla legge in materia sanitaria, potrebbe decidere di far viaggiare le auto con le targhe pari, un altro sindaco invece potrebbe autorizzare la targhe dispari, il comune vicino potrebbe invece optare per il blocco totale del traffico, altri ancora potrebbero scegliere di intervenire sul riscaldamento domestico o sulle attività industriali, mentre qualcuno in teoria potrebbe appellarsi all'imminente situazione meteo per non prendere alcun provvedimento. A questo punto è fin troppo chiaro che occorre armonizzare gli interventi tra gli otto comuni dell'area fiorentina - continua l'assessore - per cui già oggi, anche su stimolo della Regione ed alla luce delle funzioni di coordinamento che la nuova legge regionale assegna alle province, abbiamo fatto un primo incontro con le amministrazioni locali per mettere a punto un pacchetto di misure uguale per tutti, da adottare in modo graduale secondo una procedura che stiamo definendo».
Una prima scadenza è rappresentata dalla giornata del 28 febbraio in cui Firenze ha annunciato il blocco del traffico (parziale) ma ancora il coordinamento non sarà a regime e quindi probabilmente i comuni decideranno singolarmente. Tra i provvedimenti allo studio per ora non sono annunciate particolari novità: riduzione di temperatura e di orario del riscaldamento domestico, incentivazione dell'uso dei mezzi pubblici, limitazioni del traffico privato con moduli di interventi ad impatto progressivo in funzione del permanere degli sforamenti.
Crescioli tiene però a precisare: «E' evidente che stiamo parlando di provvedimenti legati ad una situazione di emergenza, come sempre accade quando si parla di sforamenti. Situazione resa ancor più emergenziale dalla soglia molto bassa dei 7 sforamenti annui. Rimane centrale la necessità di un impegno per rimuovere le cause strutturali dell'inquinamento atmosferico, innanzitutto con un forte investimento sul trasporto pubblico: la partenza della tramvia, da questo punto di vista, segna un terreno su cui proseguire. Anche sugli interventi strutturali la nuova legge regionale assegna alle province un importante ruolo, a partire dal coordinamento dei Piani di azione dei comuni per il quale verrà costituito un gruppo di lavoro province-comuni» ha concluso l'assessore provinciale all'ambiente.
La prossima riunione del gruppo di lavoro è fissata al 10 marzo, durante la quale saranno definiti contenuti e procedure dei provvedimenti specifici.