[24/02/2010] News
MILANO. Dopo lo sversamento di 600 mila litri di gasolio dai depositi della ex-raffineria Lombarda Petroli di Villasanta (Mb) che ieri ha colpito il fiume Lambro, il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, chiede di agire urgentemente e con tutti gli strumenti a disposizione: «La regione Lombardia chieda al Governo la dichiarazione di stato di emergenza ambientale nazionale. Siamo di fronte a un disastro ambientale vero e proprio - commentano -, il problema non riguarda solo il fiume Lambro ma tutta l'asta del Po fino al delta. Per arginare i danni che può causare la macchia d'olio, urge un coordinamento nazionale degli interventi delle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna».
Per Legambiente Lombardia, che sta monitorando la situazione con diversi volontari, si tratta di «Un disastro ambientale senza precedenti per l'ecosistema del fiume Lambro che ne pagherà a lungo le conseguenze.. La Protezione Civile è all'opera da questa mattina per fermare il liquame che sta uccidendo il fiume e che potrebbe raggiungere il Po. Si tratta di uno dei più gravi disastri ambientali verificatisi di recente in Lombardia, che potrebbe avere conseguenze di lungo periodo, considerata anche la messa fuori servizio del grande depuratore di Monza San Rocco, che tratta le acque fognarie di oltre mezzo milione di brianzoli.
Per Di Simine «Qualunque ne sia la causa, accidentale o dolosa, questa nuova catastrofe torna a mettere in luce l'insufficienza della prevenzione dei rischi industriali. la Lombarda Petroli è una delle 287 industrie obbligate a fornire piani di emergenza per effetto della direttiva Seveso: cittadini e amministratori dovrebbero sapere tutto dei rischi attuali e potenziali connessi a questi siti industriali, per sapere come comportarsi in caso di evento accidentale. Invece anche in questo caso l'evento ha potuto sviluppare tutto il proprio potenziale distruttivo prima che venissero attivate le strutture di intervento».
Il Wwf annuncia che si costituirà parte civile nel processo e che è stata colpita anche la sua Oasi di Montorfano. Secondo il Panda lo sversamento «Può essere il colpo di grazia per un fiume da decenni in un vergognoso stato di degrado. Ma l'onda nera, che intanto prosegue il suo viaggio, rappresenta una gravissima minaccia non solo per gli abitanti dei comuni rivieraschi, ma per tutto l'ecosistema del Parco regionale della Valle del Lambro, del Parco di Monza (il più grande Parco urbano d'Europa e una delle aree naturalistiche-paesaggistiche più belle della Lombardia) e soprattutto del più ampio ecosistema del Po, con danni ambientali a catena per centinaia di chilometri a valle che non risparmieranno nemmeno alcuni siti di interesse comunitario (Sic) presenti lungo il Po».
Naturalmente le prime ad essere colpiti direttamente sono le specie acquatiche, pesci, anatre selvatiche, le colonie di aironi che proprio in questi giorni hanno iniziato a nidificare sulle sponde del Po. Il Wwf lancia l'allarme: « Sono decine gli animali ripescati senza vita. In allerta il Centro di recupero animali selvatici Wwf di Vanzago, dove già ieri sono stati portati i primi germani reali interamente coperti di gasolio che verranno curati dai veterinari del centro. Purtroppo i danni di questo sversamento si ripercuoteranno su tutta la catena alimentare, con conseguenze che dureranno nel tempo, e si registrano già gravissime conseguenze sul settore agricolo che gravita intorno al sistema fluviale».
Comunque quello inferto al Lambro è un colpo dato praticamente ad un moribondo, il corso d'acqua lombardo è tristemente noto per il suo livello di inquinamento e dagli anni 70 al suo "capezzale" sono stati spesi in "cure" circa 5.000 miliardi di vecchie lire. Il piano straordinario di bonifica "Lambro-Seveso-Olona" risale al 1988 , avrebbe dovuto risanare i tre fiumi più importanti e degradati dell'area milanese, ma inon è mai stato realizzato. Lo stesso piano regionale di tutela delle acque regionale ha alzato le mani ed ha di fatto rinunciato alla possibilità di un serio recupero del Lambro. La regione dice anche che comunque è impossibile raggiungere entro il 2015 il "buono stato ecologico" richiesto dall'Europa con la Direttiva quadro acque, 2000/60/CE.
Il Wwf sottolinea che «Dopo la dichiarazione di "morte biologica" del Lambro, l'entrata in funzione dei 3 depuratori milanesi ha ridato al fiume una seppur minima vitalità, ma questo non basta certo per salvare la situazione». Per il presidente del Wwf Italia, Stefano Leoni, «Per rimediare a questo disastro ambientale, non basterà bonificare le macchie nere, si dovrà anche ricreare un habitat naturale capace di sostenersi. Il Lambro è da più parti dato per morto, ma il rilancio dei 130 km del fiume non solo è possibile ma è soprattutto necessario per il benessere di tutto l'ecosistema del Po e delle attività, anche umane, che da esso dipendono. Alla luce di questo disastro il Wwf chiede nuovamente alla regione, come già fece nel 1995 direttamente all'allora neopresidente Formigoni a seguito del censimento dell'intero fiume, di impegnarsi seriamente per definire un piano di gestione del Lambro. Solo così si potrà tutelare la qualità delle acque, garantire i servizi che l'ecosistema fluviale è in grado di offrire (non ultimo la protezione dal rischio di alluvioni) ed evitare che si verifichino in futuro disastri ambientali di questa portata».
In una nota la Lipu scrive: «il petrolio ha colpito il reticolo idrico minore, formato dai canali utilizzati essenzialmente dalle produzioni agricole, e sta raggiungendo, attraverso Cremona, il fiume Po, dove causerebbe un disastro ecologico di preoccupanti proporzioni. Ciò che è successo è un fatto gravissimo e ci chiediamo come sia potuto accadere che serbatoi di tali dimensioni e potenzialmente pericolosi siano stati lasciati, secondo quanto abbiamo appreso dai mezzi d'informazioni, incustoditi, con gravi rischi per l'ambiente e la popolazione. Chiediamo che al più presto la magistratura individui le responsabilità di questo disastro ecologico che, temiamo, oltre all'ambiente e ai cittadini, abbia colpito numerose specie di uccelli acquatici che vivono nel fiume, come germani, folaghe e cormorani».