[24/02/2010] News
FIRENZE. Col probabile proseguire del surriscaldamento globale, nel 21° secolo il numero totale dei cicloni tropicali tenderà a restare costante o a diminuire, mentre è prevista in aumento l'intensità dei singoli eventi. Ciò potrebbe portare al paradosso per cui il numero di cicloni potrebbe ridursi in valore assoluto, ma contemporaneamente potrebbe aumentare il numero di eventi di forte intensità, cioè di quelli compresi nelle categorie 3, 4, e 5 della scala Saffir-Simpson, gli unici realmente devastanti.
In particolare, recenti studi indicano che la velocità del vento in occasione di questi eventi (che, ricordiamo, assumono nomi diversi - uragano, tifone, ciclone tropicale, tempesta tropicale - a seconda della zona in cui si verificano e dell'intensità dei venti che scatenano) potrebbe crescere dal 2 all'11% in media, mentre la quantità di pioggia caduta entro un raggio di 100 km dall'occhio della tempesta potrebbe crescere fino al 20%.
Lo comunica la World meteorological organization (Wmo), che riporta oggi i risultati di uno studio prodotto dai ricercatori della sua sezione "Impatti del gw sui cicloni tropicali" che sarà pubblicato sul numero di marzo della rivista "Nature geoscience".
La dinamica dei cicloni tropicali alla luce del global warming è una delle questioni più dibattute in seno alla comunità climatologica: ad un'appurata (e dimostrata dai numeri) correlazione tra il riscaldamento globale e l'aumento dell'intensità degli eventi - data dal fatto che ogni fenomeno meteorico è essenzialmente una redistribuzione dell'energia presente, e che quindi al crescere del calore, cioè dell'energia disponibile, cresce anche l'intensità di questa redistribuzione - non si accompagna un trend visibile del numero globale di cicloni tropicali.
Il trend del numero totale di questi eventi, cioè, è in aumento in alcune parti del mondo (es. oceano Atlantico settentrionale) ma è in diminuizione in altri settori.
La notizia desta preoccupazione anche alla luce del fatto che, anche se il Mediterraneo non è coinvolto dalla formazione di uragani (e non si prevede che possa venir coinvolto in futuro, per varie ragioni tra cui spiccano le limitate dimensioni del mare Nostrum), comunque l'aumento dell'intensità dei venti e delle piogge durante il singolo avvenimento meteorico sono fenomeni che stanno verificandosi anche all'interno dei - più moderati - eventi che coinvolgono l'Europa meridionale.
Altro elemento certo non rassicurante è il fatto che, come comunica la Wmo stessa, «rimane il dubbio se i cambiamenti avvenuti in passato nel regime dei cicloni tropicali abbiano superato la variabilità naturale»: ciò fa pensare che, se ancora non si è disvelato adeguatamente il passato, forti difficoltà sorgano per prevedere il futuro, al di là dell'ampio studio in corso di pubblicazione e dei risultati cui esso giunge. In questo senso, la Wmo raccomanda «fortemente» di ridurre sempre di più le «significative incertezze che ancora sussistono nei cambiamenti previsti per il regime di cicloni tropicali in ogni singolo bacino del pianeta».