[25/02/2010] News

Francia: guerra dell’atomo tra Gdf Suez e Edf, ora spunta il "petit" reattore Atmea

LIVORNO. In Francia si fa pesante lo scontro tra i colossi energetici : Gdf Suez ha chiesto al governo di poter avviare la costruzione di un reattore nucleare Atmea, da circa 1.000 MW, nella valle del Rodano. Si tratta dell'ennesimo reattore nucleare di terza generazione, ma più piccolo di quelli Epr (1.600 MW) che la concorrente Edf sta costruendo, tra mille intoppi e disavventure finanziarie, a Flamanville (Manche) e dell'altro previsto a Penly (Seine-Maritime). Ma se l'Epr sta dimostrando tutti i suoi problemi ancor prima di entrare in funzione, l'Atamea è una novità assoluta, non ne esiste nessuno nemmeno in costruzione.

Eppure ora si scopre che all'inizio di febbraio l'amministratore delegato di Gdf Suez, Gérard Mestrallet,  ha inviato una lettera  al ministro dell'ecologia e dell'energia Jean-Louis Borloo, della quale ieri il quotidiano Les Echos ha reso noto alcuni passi : «La filiera nucleare francese deve poter proporre ai suoi clienti un reattore di terza generazione di circa 1.000 megawatt, potenza più adatta ad alcuni mercati, soprattutto ai Paesi il parco produttivo o la rete elettrica sono di taglia media. Un tale reattore è in corso di progettazione attraverso la società Atmea, che associa Areva e Mitsubishi. Un protocollo d'intesa tra Atmea e Gdf Suez è pronto, in vista di arricchire la progettazione del reattore apportando l'esperienza di un gestore nucleare alle performance di prima categoria. Ma l'Atmea non potrà svilupparsi a livello internazionale senza disporre di un riferimento interno, indispensabile per aver il credito richiesto per ogni modello, sia in termini di sicurezza che di disponibilità o di competitività».

 Mestrallet non nasconde a Borloo di pensare ad una specie di centrale-vetrina del nucleare in riva al Rodano : «Chiedendo a Gdf Suez di affiancare Areva nell'obiettivo di costruire e gestire un reattore Atmea da mettere in servizio nella valle del Rodano poco dopo il 2020, lo Stato darà all'Atmea quel riferimento interno del quale avrà bisogno internazionalmente  e darà allo stesso tempo a Gdf  Suez quel marchio di riconoscimento che le è così necessario». Poi arriva la stoccata ai cugini di Edf : «Impegnandosi senza tardare per l'Atmea, lo Stato trarrà la prima lezione dall'esperienza di Abu Dhabi, permettendo alla filiera francese di diversificare la sua offerta e di proporre ai suoi clienti i prodotti più adatti ai loro bisogni, l'Epr (rifiutato dagli Emirati, ndr) o l'Atmea, secondo i casi. Chiedendo ad Areva e Gdf  Suez di unirsi in questo progetto, lo Stato farà anche la scelta di un'organizzazione industriale nella quale il progettista/fornitore, Areva, allaccia dei partenariati non esclusivi con l''architetto/operatore, qui Gdf Suez, per ottimizzare i suoi prodotti. Iscrivendo questa decisione in un calendario a medio termine, essendo necessari almeno dieci anni prima dell'entrata in servizio dell'Atmea, lo Stato non dovrà ritornare sulla programmazione pluriennale degli investimenti elettrici che il governo ha stabilito e presentato al Parlamento. Pensiamo che allo stesso modo in cui Gdf Suez dovrà essere associata al livello di un terzo del capitale alla società incaricata del progetto di costruzione e di gestione dell'Epr di Penly III, Edf potrebbe avere una posizione esattamente simmetrica nella società del progetto incaricata di sviluppare questo primo Atmea». 

Impressionante, sembra di essere al supermercato, solo che si sta parlando di miliardi di euro pubblici, il tutto tra un imprenditore privato e lo Stato francese chiamato a fare il garante della pubblicità del nuovo prodotto nucleare "petit" da esportazione in altri Paesi, alcuni dei quali non sanno nemmeno cosa sia la  democrazia. 

Probabilmente Gdf Suez, che assicura di aver trovato orecchie sensibili nel governo francese, ha già fatto arrivare il progetto Atmea al Comité de politique nucléaire, costituito nel 2008 e presieduto direttamente da Sarkozy e che raggruppa diversi ministri, il Commisariat à l énergie atomique, il Capo di Stato Maggiore delle forze armate  il segretario generale della difesa nazionale (a proposito di nucleare civile). Gdf Suez vuole farsi spazio nel conflitto in corso tra Edf ed  Areva e, diventando il primo cliente di Atmea, realizzare quell'alleanza che ne farebbe la terza multinazionale energetica che lavora con Areva, dopo i suoi « clienti » storici : Edf e la tedesca E.ON. Una concorrenza con un gruppo pubblico come Edf attraverso l'altro gruppo controllato dallo Stato, Areva. Secondo Les Echos però qualche noia potrebbe arrivare da una parte insospettata: il sindacato di sinistra della Cgt : «La necessità di costruire o meno un altro reattore fa discutere in Francia, tenuto conto della déindustrializzazione del Paese e delle politiche di produzione dell'energia. Il progetto rischia così di urtarsi con l'opposizione feroce della Cgt». 

Secondo Stéphane Lhomme, presidente dell'associazione antinucleare Tchernoblaye, il progetto di costruire un nuovo reattore nucleare nella valle del Reno «E' a prima vista assurdo, almeno che non si tratti di un bluff. Lontano da proporre delle soluzioni adatte ai bisogni della popolazione e dell'ambiente, sembra che Gdf Suez tenti solo di approfittare del fallimento di Edf ad Abu Dhabi, per trarne vantaggio psicologicamente in una ridicola rivalità tra amministratori delegati dall'ego sovradimensionato. In più, Gdf Suez pretende di costruire un esemplare del reattore Atmea, concepito da Areva e Mitsubishi, ma che ad oggi esiste solo sulla carta. Considerando le difficoltà irrisolvibili incontrate da Areva in Finlandia  e da Edf a Flamanville per costruire l'Epr, non si può che prevedere gli stessi problemi per Gdf Suez o per tutte le altre imprese che tenteranno di costruire l'Atmea: i reattori cosiddetti "di terza generazione", presentati come sicuri ed innovatori, sono in realtà delle vere... camere a gas. E' sorpendente voler costruire un reattore nucleare nella valle del Rodano, che è già una delle regioni più nuclearizzate del mondo. Soprattutto perchè la prossima chiusura dell'impianto di arricchimento Eurodif, fortissimo consumatore di elettricità, libererà la produzione di tre reattori di  Tricastin. Allora, come si può giustificare la costruzione di un nuovo reattore nella stessa zona?. Alla fine, l'annuncio di Gdf Suez è troppo assurdo per essere sincero. Verosimilmente questo è solo un bluff, un colpo di biliardo a sponde multiple destinato non a costruire realmente un reattore, ma piuttosto ad influire sulle decisioni che devono essere prese al più presto riguardanti la filiera nucleare francese».

Eppure Gdf Suez non è una novellina dell'atomo: Il nucleare rappresenta già il 17% della sua produzione elettrica ma livello mondiale, dietro al gas naturale (50 %) e all'idroelettrico (18 %), ma ora a soprattutto ad un mercato potenziale da 400 petit réacteurs entro il  2030, per questo vuole assolutamente avere pronto il prototipo di terza generazione entro il 2020. In Europa gestisce 7 reattori in Belgio (6.000 MW), ma in Francia non sfonda :dispone di diritti per 1.200 MW nelle centrali Edf di Chooz e Tricastin e partecipa al progetto Epr di Penly (33% delle quote insieme alla Total). Ha anche il 9,15% in due reattori in costruzione in Romania e diritti per 700 MW in tre cem ntrali nucleari tedesche gestite da E.ON. Il cuore della strategia nucleare europea di Gdf Suez è però la Gran Bretagna, dove ha formato un consorzio con gli spagnoli di Iberdrola e i britannici di Sse per costruire almeno 2 Epr entro il 2020.

La verità è però che Gdf Suez non costruisce più impianti nucleari da molti anni ed ha un gran timore di rimanere fuori da un mercato che si annuncia poco rischioso perché completamente finanziato dagli Stati. La pensa così anche Yannick Rousselet, responsabile energia per Greenpeace France : «La richiesta di Gdf Suez di costruire un nuovo reattore nucleare è un tentativo del gruppo presieduto da Gérard Mestrallet di posizionarsi davanti ad Edf ed Areva su un mercato del nucleare diventato il centro di forti rivalità tra questi gruppi. Ma la costruzione di un reattore supplementare, che in più è di una tecnologia ancora mai messa in servizio, non si giustifica né da un punto di vista energetico, né da un punto di vista economico. Sarebbe meglio investire in politiche ambiziose di efficienza energetica e per le energie rinnovabili».

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