[01/03/2010] News toscana

Ritardi ed errori sui parchi che erediterĂ  la nuova giunta

PISA. Mentre da Roma non giungono notizie confortanti per i parchi in generale e per le aree protette marine in particolare, va detto che anche dalla nostra regione vengono talvolta segnali non chiari e convincenti. E siccome la nuova giunta regionale erediterà anche ritardi ed errori è bene chiarire bene le cose prima.

Abbiamo avuto modo più volte di rimproverare alla giunta e al consiglio di non essere riusciti con ben due assessori che si sono dati il cambio ad approvare la nuova legge regionale sui parchi che avrebbe dovuto ridefinire meglio di quanto aveva fatto la legge del 2005 sul governo del territorio, il ruolo dei piani dei parchi e delle Anpil per evitare, ad esempio, i pasticci della Val D'Orcia, le incertezze sulla Val di Cornia o sul Padule di Fucecchio.

Non solo, ma quando il nuovo codice dei beni culturali ha sottratto inopinatamente il paesaggio ai piani dei parchi l'assessorato al territorio gli ha tolto anche il nulla osta con motivazioni sconcertanti che tra poco vedremo. Del resto chi vada a leggersi le schede sugli ambiti paesaggistici dei piani dei parchi non troverà traccia o quasi. Ma dove emerge con estrema chiarezza cosa vuol dire ‘ignorare' il ruolo dei parchi a cominciare da quelli regionali è proprio nel PIT. Cosa manca? Semplicemente il ruolo pianificatorio dei parchi come manca a livello nazionale quello delle autorità di bacino con gli effetti che sappiamo.

E qui veniamo al nocciolo della questione di cui si è discusso anche a Palazzo Reale a Pisa il 26 febbraio. A parere dell'assessore Conti la filiera istituzionale si compone esclusivamente degli enti elettivi. Gli altri soggetti che operano proprio su dimensioni e confini ambientali e non amministrativi ma non elettivi -appunto come i parchi e i bacini- non possono pretendere lo stesso ruolo. Ma si dà il caso che da anni i piani di questi nuovi soggetti ‘speciali' prevalgono costituzionalmente sugli altri in quanto sovraordinati. Per questo alla legge 183 sul suolo si è preferito Bertolaso e alla legge 394 sui parchi i giochi di prestigio della Prestigiacomo, dei Calderoli e ora di D'Ali presidente della Commissione ambiente del Senato. Che qualcuno in Toscana riproponga posizioni istituzionali vecchie e superate è sorprendente e anche sconfortante. Meno male che si è in tempo a correggere il tiro il che va fatto però alla svelta e senza giravolte pretestuose. Dopo 5 anni non ci sono scuse che tengano. E noi contiamo sul nuovo passo di cui parla Enrico Rossi.

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