
[02/03/2010] News
NAPOLI. Lo studio del pianeta Terra dallo spazio compie mezzo secolo. Sono passati, infatti, cinquant'anni da quando, l'1 aprile 1960, fu lanciato da Cape Canaveral ed entrò in orbita intorno alla Terra a 725 chilometri di altezza il Television infrared observation satellite 1 (Tiros 1). Dotato di due telecamere, Tiros 1 era in grado di scattare 32 fotografie nel corso dei 99 minuti di ciascuna della sue orbite intorno al nostro pianeta.
Le foto non erano certo ad alta definizione. Ma le 19.389 immagini utili catturate nei 79 giorni di operatività costituirono una svolta nel campo della meteorologia. E diedero, di fatto, inizio allo studio scientifico dallo spazio del clima del pianeta Terra. Uno studio qualitativamente diverso, perché è solo dall'alto con un satellite orbitante che è possibile osservare l'atmosfera terrestre nella sua globalità. Da ogni postazione a terra, infatti, si può sperare di osservare al massimo un quarto dell'involucro gassoso che circonda il nostro pianeta.
Nei dieci anni successivi - come ricordano su Science Stanley Kidder e Thomas Vonder Haar, due ricercatori americani del Cooperative institute for research in the atmosphere (Cira) della Colorado state university - gli Stati Uniti misero in orbita ben 24 satelliti meteorologici civili e altrettanti ne lanciò l'Unione Sovietica.
Sebbene anche prima del 1960 gli scienziati avessero ottenuto immagini dall'alto del pianeta Terra (grazie a foto e telecamere montata su palloni), la rete di satelliti assicurava una copertura e, soprattutto, una sistematicità senza precedenti.
Ora sì che si poteva non solo approfondire la conoscenza delle componenti dell'atmosfera (è grazie ai satelliti che, per esempio, è stato scoperto il cosiddetto "buco dell'ozono stratosferico"), ma si poteva studiare in maniera scientifica l'evoluzione dinamica della meteorologia e del clima. Insomma, si potevano fare previsioni sempre più affidabili a lungo termine.
È grazie al satellite Tiros 1 e ai suoi più evoluti fratelli che è stato possibile misurare in maniera sistematica i parametri che, integrati in modelli matematici a loro volta sempre più evoluti, hanno consentito di prevedere in maniera abbastanza precisa l'evoluzione del sistema meteorologico. L'affidabilità delle previsioni meteo arrivò in breve a coprire tre giorni e oggi giunge a cinque giorni.
È grazie a queste previsioni che possiamo programmare non solo le vacanze, ma prevedere e prendere le necessarie contromisure contro tempeste e cicloni. Anche se ovviamente la complessità del clima e del meteo sviluppa talvolta situazioni come quella della tempesta Xinthya le cui conseguenze sono difficlmente immaginabili. Più prevedibili invece i rischi che si potevano correre e quindi, come si legge nell'altro pezzo (vedi link a fondo pagina), occorre saper leggere tali allarmi e soprattutto saper agire di conseguenza, come purtoppo non è avvenuto nella costa atlantica francese.
In ogni caso grazie alle misure dei satelliti - integrate con le misure a terra e con modelli matematici sempre più fini - è stato possibile effettuare previsioni dell'evoluzione del sistema clima nei prossimi decenni. Senza Tiros 1 e l'intera costellazione di satelliti in grado di osservare la Terra dall'alto non avremmo una scienza matura del clima, non avremmo notizie affidabili sui suoi cambiamenti e, quindi, non potremmo mettere in atto azioni efficaci per contrastarli.
Chi considera l'ambiente naturale e lo sviluppo tecnologico dimensioni strutturalmente e irrimediabilmente in contrasto dovrebbe studiare con più attenzione la storia dei satelliti meteorologici inaugurata, cinquant'anni fa, dalla prima orbita di Tiros 1.