[02/03/2010] News toscana
FIRENZE. In forte rialzo nel 2009 i casi di avvelenamento di animali almeno in provincia di Firenze, mentre diminuiscono leggermente le denunce. In base ai dati forniti dalla Polizia provinciale gli episodi segnalati sono passati da 163 (anno 2008) a 484 (in sostanza sono triplicati) e tra gli animali che hanno assunto esche avvelenate, 402 sono morti. I veleni più utilizzati sono stati endosulfan, fosfuro di zinco e metaldeide che hanno colpito in particolare piccioni, galline, seguiti da cani e gatti. Inoltre è stato avvelenato anche un lupo e 4 scoiattoli.
Firenze con 21 casi registrati è il comune della provincia con più avvelenamenti (conosciuti) il che conferma come questo fenomeno sia molto diffuso anche nelle aree urbane e periurbane accrescendo il pericolo anche per i cittadini. «L'azione delle forze dell'ordine oltre a tutelare gli animali che soccombono per la crudeltà umana ha anche l'obbiettivo di garantire la pubblica incolumità dai prodotti tossici immessi sconsideratamente nel suolo» sottolineano dalla Polizia provinciale, che prova ad arginare il fenomeno coadiuvata dalle associazioni ambientaliste, animaliste e venatorie, dal Nucleo guardie zoofile dell'Ente nazionale protezione animali di Firenze, dai Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato e polizie municipali. Questa pratica orrenda continua a persistere tanto che lo scorso 14 gennaio il Ministero della Salute ha prorogato e rafforzato l'ordinanza ministeriale sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati andando a prorogare e modificare l'ordinanza del 18 dicembre 2008, (già rivista nel 2009) recante: «Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati»). Il nuovo provvedimento, in vigore dal 10 febbraio per 24 mesi dalla pubblicazione in GU, modifica principalmente l'articolo 1 relativo alle Finalità, inserendo il "materiale esplodente" fra le sostanze, tossiche o nocive, vietate e modificando le disposizioni sulla segnalazione del decesso.
Secondo la nuova ordinanza "Il proprietario o il responsabile dell'animale deceduto a causa di esche o bocconi avvelenati deve segnalare il caso alle autorità competenti tramite il medico veterinario che emette la diagnosi di sospetto". Quindi ne deve essere data comunicazione al sindaco e al Servizio veterinario della Azienda sanitaria locale territorialmente competente previa accertamenti e conferme dell'Istituto zooprofilattico sperimentale. Il sistema di controlli si sta sempre più specializzando ma una prevenzione efficiente si può fare solo nei punti vendita di sostanze pericolose (vari principi attivi) anche se la via illegale per la diffusione di questi veleni è molto praticata e di difficile intercettazione.