[30/07/2009] News

Ban Ki-moon, pellegrino del global warming tra il Polo Nord, la Cina e New York

LIVORNO. Dopo la visita in Cina e Mongolia il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha annunciato che in agosto andrà nel Circolo polare Artico per esaminare lo scioglimento dei ghiacciai dovuto al cambiamento climatico. Ban nel 2007 era già stato al Polo Sud, in Antartide, per esaminare leffetto del global warming sul continente ghiacciato.

Dopo la visita al Polo Nord il segretario generale dell'Onu parteciperà alla Conferenza mondiale sul clima che l'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) terrà a Ginevra e a settembre sarà impegnato in prima persona nel summit sul cambiamento climatico a New York, in coincidenza coll'assemblea generale dell'Onu, che riunirà oltre 100 Capi di Stato e di governo.

«Queste riunioni - spiega una nota dell'Onu - sono destinate a suscitare lo slancio necessario per giungere a un nuovo patto sul clima alla Conferenza sui cambiamenti climatici di Copenhagen del dicembre 2009».

Durante la sua conferenza stampa mensile a New York, Ban ha messo l'accento «Sulla necessità di aiutare i Paesi più poveri e più vulnerabili ad adattarsi ai cambiamenti climatici, come una componente essenziale del patto sul cambiamento climatico».

Il suo recente viaggio asiatico lo ha colpito molto: «In Mongolia, il cambiamento climatico è un pericolo chiaro ed immediato. I tre quarti dei suoi pascoli sono minacciati di desertificazione. La sua cultura e la sua economia sono minacciate e rischiano di essere inghiottite dalla sabbia. Gli eventi climatici estremi diventano fin troppo comuni. Un capo di una comunità di pastori della steppa mongola mi ha ricordato che il cambiamento climatico non é un concetto astratto ma una dura realtà che colpisce i modi di vita». La comunità che ho incontrato durante la mia vita sta modificando la sua gestione delle terre, ricorre all'energia solare e tenta di adattarsi, ma ha bisogno d'aiuto».

Secondo Ban Ki-moon «Il pianeta avrebbe le capacità, le tecnologie ed il denaro per affrontare il cambiamento climatico. Ma a causa della mancanza di volontà politica, i dirigenti non sono capaci di vedere al di la delle loro frontiere nazionali, non siamo stati in grado di metterci d'accordo sul cambiamento climatico».

Il capo dell'Onu non è però sfiduciato e si è detto soddisfatto per quel che fa la Cina per contenere il cambiamento climatico: «Sono rimasto colpito quando il presidente Hu Jintao, e il suo primo ministro, Wen Jiabao, mi hanno assicurato che la Cina vuole mettere il sigillo ad un accordo a Copenhagen a dicembre e che la Cina giocherà un ruolo attivo e costruttivo nei negoziati per raggiungere questo fine. Durante i miei incontri con i leader cinesi, ci siamo anche trovati  d'accordo sul fatto che è importante che i leader mondiali mostrino il cammino ed abbiamo discusso nei dettagli il summit sul cambiamento climatico del 22 settembre a New York. Ho voluto sottolineare la responsabilità speciale dei Paesi come la Cina per condurre la lotta mondiale contro il cambiamento climatico, sottolineando tutto quel che fa la Cina. A settembre entreremo in una fase cruciale sul cambiamento climatico. Il climate change è stato il principale obiettivo del mio viaggio in Asia. In particolare, ho aiutato a lanciare un programma ambizioso per promuovere le lampade a risparmio energetico che potrebbe ridurre il consumo di energia in Cina dell'8 %. E' una grande tappa del XXI secolo. Per ottenere un accordo solido sull'adattamento a Copenhagen, continuo a fare pressione per raggiungere un accordo giusto, efficace e scientificamente ambizioso a Copenhagen che può essere di beneficio a tutti i Paesi. E' per questo che organizzo il summit sul cambiamento climatico di settembre, la più grande riunione di dirigenti sul cambiamento climatico mai organizzata. Due anni fa solo qualche leaders poteva parlare di questi problemi. Oggi i dirigenti marciano verso Copenhagen».

Intanto l'Onu cerca di dare esempi concreti cominciando dal suo palazzo di vetro di New York i cui lavori di restauro ridurranno fortemente le emissioni di gas serra.

Ban Ki-moon ha spiegato che «Il consumo totale d'energia della sede dell'Onu sarà ridotto di oltre il 50%. Le emissioni di gas serra caleranno di oltre il 45%. E' un esempio di misure concrete che le organizzazioni, le imprese e gli individui possono prendere per rendere più verde e più prospero il pianeta. L'edificio rinnovato dell'Onu incorporerà alcune delle caratteristiche più innovatrici in termini di costruzioni per migliorare la sua efficienza e il suo risparmio energetico, in particolare la nuova facciata in vetro e un sistema di riscaldamento, di ventilazione e di illuminazione migliorati. Non vivremo più in quello che qualcuno ha descritto come un immenso terrarium: In molti modi, il rinnovamento è un simbolo esteriore del nostro rinnovamento interiore».

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