
[04/03/2010] News
FIRENZE. L'inverno astronomico deve ancora terminare, ma con la conclusione dell'inverno meteorologico (1° marzo) cominciano ad uscire le prime valutazioni sulla stagione appena passata. L'istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Cnr ha pubblicato oggi i dati stagionali sul clima del Belpaese, e ciò che emerge è per certi versi stupefacente: nonostante questo inverno sia sembrato a molti (sia comuni cittadini, sia esperti accreditati) spiccatamente freddo, ecco che i dati ufficiali indicano, invece, che la stagione appena conclusa è stata l'ennesima in cui le temperature sono state - se pur di poco - al di sopra della media climatologica 1961-1990.
Il dato delle temperature, anche se ancora preliminare e non validato scientificamente (anomalia positiva di 0,17° C), pone l'inverno appena passato al 52° posto nella classifica degli anni più caldi (e al 160° posto in quella degli anni più freddi) degli ultimi due secoli: l'anno dell'inverno-record per il caldo, secondo Isac-Cnr, è stato il 2007 (anomalia +2,38°), mentre l'inverno più rigido degli ultimi due secoli è stato il 1830, con 4,62° sotto la media.
Come si vede nella parte superiore dell'immagine, l'inverno italiano 2009/2010 è stato sostanzialmente caratterizzato da una doppia faccia: la pianura padana occidentale e la Toscana hanno vissuto lievi anomalie negative, comunque non superiori a 1°. Anomalie positive (fino a 0,5° nella pianura Padana orientale, nelle Marche, in gran parte del centro Italia e sulla Sardegna, e fino a 1° in quasi tutto il sud Italia), hanno invece interessato il resto del Belpaese.
Superiori alla media sono state pure le temperature massime giornaliere (+0,06°, globalmente) e soprattutto le minime (+0,25°).
Riguardo alle precipitazioni, invece, l'inverno 2009 conferma la diffusa percezione di una stagione molto umida: a causa, tra le altre cose, di un abbassamento di latitudine della corrente a getto, l'inverno appena trascorso ha visto precipitazioni superiori alla media del 39%: questo valore pone la stagione passata al 23° posto nella graduatoria degli inverni più piovosi degli ultimi 2 secoli. I valori record, per le piogge, fanno riferimento ad anni ormai lontani nel tempo: il più piovoso inverno registrato negli ultimi 200 anni è stato il 1805 (+99% di piogge rispetto alla media), mente il più secco (-45%) è avvenuto nel 1845.
Ad eccezione di due piccole aree sottomedia (la bassa Padana occidentale, le coste marchigiane-abruzzesi - vedi parte inferiore dell'immagine) tutta la penisola ha visto precipitazioni invernali sopra la media: i casi-limite sono rappresentati dalla Liguria e dalle Alpi occidentali (fino a +75%), dalla Sardegna nord-orientale (+75%) e soprattutto dalla Sicilia, che ha visto diffuse precipitazioni superiori almeno al 25% rispetto alla media, ma che nella sua parte occidentale ha visto anomalie positive oltre il 200%.
Da una parte, quindi, va sottolineato come la spiccata dinamicità atmosferica di quest'anno, e l'ampio numero di discese di aria fredda dall'Artico o dalla Siberia, non hanno portato - a conti fatti - ad un inverno al di sotto delle medie climatologiche per le temperature. Questo dato smentisce le numerose valutazioni che erano apparse in molti media generalisti (sia stampati, sia online, sia televisivi) nei giorni passati, valutazioni che indicavano una stagione notevolmente sottomedia per le temperature registrate sul territorio italiano e che spesso erano utilizzate - più o meno esplicitamente - per aprire un ulteriore fronte di polemica di matrice negazionista nei confronti dell'allarme-surriscaldamento globale.
Inoltre, e anche in riferimento a quanto sopra scritto, è indubitabile come la percezione della popolazione (sia del cittadino comune, sia anche degli esperti e dei tecnici accreditati) sia cosa ben diversa dall'analisi dei dati reali. Ed è, questa, una considerazione che vale in generale per tutte le questioni legate alla sostenibilità e alla misurazione dei suoi indicatori, ma che acquisisce particolare incidenza quando parliamo di rilevamenti climatologici e/o meteorologici: se immaginiamo, cioè, di svolgere un'inchiesta tra la popolazione, e di domandare un giudizio sulla dinamica termica di quest'inverno appena passato, è pressoché certo che il giudizio "è stata una stagione invernale fredda" avrebbe un consenso plebiscitario.
E invece anche questa stagione è stata sopra le medie, peraltro calcolate non rispetto ad "illo tempore" ma relative al recente trentennio 1961-1990. Certo, è stata più fredda rispetto alle stagioni passate, ma va considerato che (escluso il 2008/09) veniamo da anni in cui l'inverno italiano sembrava ridotto ai minimi termini, come conferma il dato-record del 2007.