[05/03/2010] News toscana

Firenze: la proposta per la scuola diplomatica Ue tra consumo di suolo, tutela del paesaggio e recupero dell’esistente

FIRENZE. Esistono luoghi che, per la forte concentrazione in un perimetro ristretto di strutture adite al sostegno allo sviluppo culturale, rappresentano veri e propri "hot spot" della società della conoscenza. Uno di questi luoghi è la piccola vallata che, scavata dal fiume Mugnone al confine tra i comuni di Firenze e Fiesole, separa le due colline di san Domenico e di Montughi.

In pochi ettari, in zona sono concentrate le sedi dell'Istituto universitario europeo (Iue), la scuola della musica di Fiesole e altri istituti culturali, come ad esempio il centro studi nazionale della Cisl nella vicina via della Piazzola. E va ricordata anche, alle pendici della collina, la presenza della storica villa Palmieri, dove Boccaccio ambientò varie parti del suo Decamerone.

Insomma, si tratta di luoghi che, oltre a rappresentare un raro esempio di periferia urbana non degradata, ma anzi quasi perfettamente conservata e valorizzata nelle sue eccellenze storiche e architettoniche, hanno visto prodursi, nel corso della seconda metà del secolo scorso uno sviluppo urbanistico improntato al recupero dell'esistente in direzione del sostegno alla società (e all'economia) della conoscenza. E va considerato, soprattutto per quanto riguarda l'Iue (ente deputato alla formazione post-universitaria per le scienze sociali), che quelle citate sono significative componenti dell'attrattività di Firenze, che non è data solo dai monumenti e musei presenti in città ma anche dalla presenza di istituti tra i più prestigiosi a livello comunitario: insomma, l'Iue rappresenta un pezzo di Unione europea trapiantato sulle colline tra Firenze e Fiesole, e l'indotto ad esso correlato è ampio in senso politico, diplomatico ed economico.

E' di oggi la proposta avanzata dall'europarlamentare Pd e giornalista David Sassoli, per evolvere la "presenza della Ue" nel capoluogo facendo dell'Istituto universitario la sede (anche) dell'Istituto diplomatico europeo, cioè la scuola dei diplomatici (circa 3000, secondo "La Nazione" di oggi) che dovranno svolgere il ruolo di ambasciatori della Ue nei paesi esteri.

E si tratta di proposte che per certi versi sono entusiasmanti, per chi crede in un'economia che massimizza l'indotto legato alla società della conoscenza in direzione di una diminuizione dei prelievi dal capitale di risorse naturali, comprese naturalmente le risorse "suolo" e "paesaggio".

Dall'altra parte, però, occorre ricordare due elementi che hanno e avranno un ruolo nello sviluppo della proposta-Sassoli, che ha ricevuto (come è giusto) un consenso bipartisan dalle autorità cittadine e regionali: anzitutto vanno citati i 60 appartamenti che, grazie ad una variante al piano regolatore compiuta nell'era-Domenici, sono da poco in corso di costruzione alle pendici della collina di s.Domenico, che prenderanno corpo su circa un ettaro e mezzo di superficie e che sono destinati proprio ad ospitare i ricercatori dell'Iue.

E non va dimenticato che il progetto è parzialmente (1,6 milioni di euro su 3,8 totali, secondo gli accordi del 2006) finanziato dal ministero delle Infrastrutture. Ma comunque si tratta di un'edificazione compiuta in una zona molto delicata, situata pochi metri al di fuori dell'area di inedificabilità denominata "parco delle colline" e affacciata sul torrente Mugnone, più volte esondato in passato anche nell'area in questione.

Insomma, il tipico intervento che a rigor di legge è regolare, ma che fa sorgere appunto il dubbio riguardo al fatto che la "norma di legge" sia stata definita nel miglior modo possibile. E in questo senso va citato anche il fatto che gli appalti per il restauro di villa Salviati (peraltro riuscito splendidamente, almeno dal punto di vista estetico e paesaggistico) sono entrati a far parte delle dinamiche insite in quel "sistema gelatinoso" che allungava la sua ombra su molti degli appalti per le grandi opere, anche nel capoluogo toscano.

Naturalmente ciò che qui interessa non è tanto sapere se siano circolate mazzette o favori di per sé (lo stabilirà la magistratura), ma se queste eventuali mazzette e questi favori siano stati legati alle sole attribuzioni dei lavori, o se abbiano invece anche inciso sul rispetto delle prescrizioni (ad esempio in termini di limiti edificativi per le ristrutturazioni) annesse ai lavori svolti.

Ritornando a quello che attiene alla legalità, comunque, occorre ricordare quanto dichiarato a "Repubblica" il 5 agosto 2009 dal segretario generale dell'Iue Marco del Panta Ridolfi: «la nostra sfida - fu sostenuto - è creare un grande campus universitario, con edifici e corpi comunicanti, collegando tutte le sedi: la Badia, villa Schifanoia, gli alloggi delle nuove 60 villette e villa Salviati. Per questo stiamo comprando dei terreni per realizzare camminamenti e passaggi tra le varie 6-7 sedi più grandi, che si troverebbero a 500-600 metri di distanza massima».

E, se questa "sfida" comprenderà in futuro anche - come è più che auspicabile - le strutture necessarie per la creazione della scuola diplomatica, l'auspicio è che essa venga affrontata tenendo presente anche l'importanza di arrestare il consumo di suolo e mantenere lo status delle volumetrie, obiettivo che nelle ultime settimane è stato sempre più spesso sottolineato anche dal sindaco Renzi in direzione della prossima approvazione del Piano strutturale attualmente in adozione: la "vera sfida", cioè, è quella che prevede di permettere e agevolare una sempre maggiore presenza, nel capoluogo toscano, di enti così prestigiosi e importanti per la società e l'economia della conoscenza, ma di compenetrare questo obiettivo con i - forse ancora più stringenti - punti irrinunciabili per il perseguimento di una sostenibilità, in questo caso riguardo alle due risorse, sempre più limitate, rappresentate dal suolo e dal paesaggio. Ed è chiaro che questo auspicio potrà prendere corpo solo se gli interventi che saranno autorizzati in futuro verteranno su robusti vincoli in direzione del recupero dell'esistente e della minimizzazione del "nuovo".

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